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Pescara, 14/05/2025
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Data: 15/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Multe all’Ateneo, il rettore Luciano D'Amico non sarà il solo a pagare. Molti amministratori pubblici dovrebbero prendere esempio dalla sua azione e dalla sua assunzione di responsabilità nell'interesse esclusivo della collettività

«Le multe ricevute? Sono state una tegola che mi è caduta in testa, ma per me adesso rappresentano un carburante motivazionale». Il rettore Luciano D'Amico commenta così la notizia delle sanzioni che ha ricevuto per una serie di irregolarità che sono state rilevate dai vigili del fuoco in materia di sicurezza in alcune sedi dell'Unite. I controlli, partiti ad aprile dello scorso anno, sono scattati in seguito a esposti arrivati proprio dall'interno dell'Ateneo, tanto che D'Amico, in più occasioni, aveva ribadito che c'era qualcuno che si opponeva al grande cambiamento in atto.
La vicenda è paradossale, perché le prime due ammende da circa 15 mila euro (in tutto le multe ammonterebbero a 50 mila euro) che D'Amico pagherà in prima persona, riguardano proprio l'ex rettorato di viale Crucioli e l'ex Motorizzazione: proprio le due sedi che lui ha chiuso. «Già nel 2010 - sottolinea D'Amico - quando ero preside e facevo parte del Senato accademico, mi sono battuto in prima persona per la chiusura dell'ex rettorato. Discorso analogo anche per l'ex Motorizzazione: in realtà, puntualizza D'Amico, il nuovo ospedale Veterinario era pronto già dal 2010, ma nessuno si è preso la briga di firmare un accordo bonario con la ditta per iniziare i trasferimenti.
«SONO COMMOSSO»
D'Amico ha già ricevuto la solidarietà da parte del Cda e del senato accademico di Ateneo, i cui componenti hanno anche proposto una sorta di colletta per sostenere i costi delle multe, ma il rettore ha declinato l'offerta. «Sono commosso», ha commentato. A questi si aggiunge anche il deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli, che si propone per contribuire al pagamento delle sanzioni: «Sono certo che le autorità abbiano fatto solo il loro dovere nell'accertare quello che qualcuno ha segnalato con esposti il cui scopo non era tutelare l'ateneo ma piuttosto ostacolare il cambiamento e conservare privilegi e posizioni assunte. La verità è che il rettore sta pagando il prezzo di aver voluto innovare e far fare un salto di qualità all'ateneo, molti amministratori pubblici dovrebbero prendere esempio dalla sua azione e dalla sua assunzione di responsabilità nell'interesse esclusivo della collettività. Purtroppo c'è chi non accetta il cambiamento e continua a preferire l'immobilismo».

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