Iscriviti OnLine
 

Pescara, 14/05/2025
Visitatore n. 743.899



Data: 15/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
I sindacati incalzano D’Alfonso «Dove sono i soldi per la ripresa?». Secondo Cgil, Cisl e Uil i fondi non bastano e chiedono un incontro

PESCARA Dei diecimila posti di lavoro persi nel 2014 si sapeva già. Così del monte-ore raggiunto dalla cassa integrazione ordinaria: 33 milioni, sempre in riferimento ai dati dello scorso anno. Si sa anche della «ripresina» che nel 2015 concederà un po' di tregua all'Abruzzo, come nel resto del Paese, grazie soprattutto all'andamento positivo dell'export che non compensa tuttavia la caduta verticale dei consumi interni. Quello che non era stato invece detto fino ad oggi, se non sottovoce, è che gli strumenti finanziari con cui la Regione dovrebbe accompagnare la ripresa e sostenere lo sviluppo si assottigliano sempre di più, nonostante il piccolo Abruzzo sia oggi tra i protagonisti del progetto strategico della Macroregione Adriatico-Ionica che sta per entrare nella sua fase operativa.
LA «SVEGLIA»
Questo l'allarme, e in qualche modo la «sveglia», che Cgil, Cisl e Uil hanno voluto suonare ieri al governatore Luciano D'Alfonso per voce dei tre segretari regionali Gianni Di Cesare (Cgil), Maurizio Spina (Cisl) e Roberto Campo (Uil). Partiamo dai fondi europei: la programmazione 2007/2013 aveva assegnato all'Abruzzo 1.060 milioni di euro. Quella 2014-2020 ne assegna 739 (-321). Ma non è finita: «Il vero problema -spiega Maurizio Spina- è che le Regioni hanno trattato con il governo nazionale sui quattro miliardi di tagli apportati dalla legge finanziaria, decidendo di attingere dai fondi europei per compensare il minore introito. Così, dai 373 milioni assegnati per il 2014-2020 dal Por-Fesr (il fondo destinato allo sviluppo) va sottratto un buon 40% che andrà a compensare i tagli del governo. E non è finita, perché nella nuova programmazione dei fondi strutturali è stata introdotta un’ulteriore novità rispetto a quella 2007-2013: le Regioni dovranno partecipare al cofinanziamento di queste risorse con il 15-18%, soldi che la Regione Abruzzo oggi non ha ma che dovrà inserire nel proprio bilancio». La domanda dei sindacati allora è: dove saranno reperite queste risorse in una Regione che ha ancora il suo bilancio sotto la lente d'ingrandimento della Corte dei Conti per via del debito sulla sanità? «Ecco perché è necessario un chiarimento con D'Alfonso», ribadiscono Di Cesare e Campo, che insistono anche sul tema delle riforme. Intanto il 17 marzo i sindacati incontreranno il governatore all'Aquila per fare chiarezza su un altro pasticcio: le 192 osservazioni fatte da Bruxelles al Por Fesr 2014-2020 della Regione Abruzzo. D'Alfonso assicura che è tutto ok dopo l'invio dei chiarimenti, già accolti con favore dalla Ue.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it