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Pescara, 14/05/2025
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Data: 15/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«L’Abruzzo perderà 312 milioni di fondi Ue, ma la Regione tace». L’allarme dei sindacati: «Il bilancio è a zero e c’è la necessità di cofinanziare i programmi europei. D’Alfonso riprenda il confronto e metta al centro del tavolo il tema dell’occupazione»

PESCARA Non basta promettere 100 mila nuovi posti di lavoro, o applaudire l’annuncio di una incerta ripresina o i buoni numeri dell’export, quando la domanda interna stagna e siamo di fronte a un «massacro di risorse» nei confronti del quale l’Abruzzo «non ha mai levato la sua voce». Lo dicono i sindacati Cgil, Cisl e Uil che ieri hanno presentato alla Regione Abruzzo la piattaforma per l’uscita dalla crisi. Un documento che avrebbero voluto discutere con il governatore Luciano D’Alfonso, ma che finora sono riusciti a discutere settorialmente con singoli assessoi, «perché oggi non c’è nessun confronto strutturato con la Regione», dice Roberto Campo segretario regionale della Uil, ricordando i tempi del Patto per lo sviluppo. Il nodo che preoccupa di più i sindacati, a parte quello centrale del lavoro («10mila posti persi nel 2014 che si sommano ai 17 mila lavoratori in Cig a zero ore e i 5mila in deroga») è quello del taglio delle risorse europee e statali. A fare il conto è Maurizio Spina, segretario generale di Cisl Abruzzo e Molise: «Noi come Regione Abruzzo riceveremo oltre 312 milioni in meno dall’Unione europea nella programmazione 2014-20. Il fondo sociale è passato da 316 a 142 milioni, il Fesr da 317 a 231 milioni per sociale e sviluppo. Resta quasi invariata l’agricoltura ma non sappiamo quanto avremo dagli ex Fas visto che le Regioni hanno deciso di finanziare i tagli chiesti dal governo con 1 miliardo e 450 milioni di Fas». C’è poi la questione del cofinanziamento dei programmi comunitari diventato obbligatorio (per tacere delle 192 osservazioni della Commissione europea al Piano operativo preparato dalla precedente giunta). «Ma dove prenderà la Regione i soldi del cofinanziamento, visto che ha un bilancio senza risorse e che la Corte di Conti le chiede di rientrare in quattro anni dal passivo di 454 milioni?». È su questi temi che il sindacato chiede il confronto. E naturalmente sulla questione lavoro, come dice Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil: «I numeri parlano da soli. Ma una Regione piccola come l'Abruzzo come affronta il dramma occupazionale senza gli strumenti adatti? Basta guardare i fatti delle ultime ore con le problematiche del Mario Negri Sud e del Mercatone Uno. Chi le affronterà? È come?» C'è poi» ha detto Di Cesare «il problema della Ricostruzione all'Aquila che si risolve solo con il concorso di tutti gli edili abruzzesi. Dobbiamo rilanciare confronto con l'Ance. Occorre un coordinamento fra le parti interessate. Il Cipe ha deliberato un miliardo, ma se manca un coordinamento fra le imprese, allora tutto diventa più difficile». Per questo il segretario regionale della Uil Roberto Campo ritiene inevitabile che la Regione apra «un nuovo confronto con le parti sociali».

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