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Data: 15/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Landini in campo: per i diritti coalizione sociale e sfida al Pd

ROMA Oltre la minoranza Pd, oltre il sindacato e, soprattutto, contro Matteo Renzi: Maurizio Landini (e la Fiom), dopo settimane di annunci in tv, ieri hanno lanciato ufficialmente la loro «coalizione sociale a difesa dei diritti di tutti i lavoratori» che si articola sulla Fiom e su associazioni e movimenti sociali che vanno da Libera ai No Tav. È dalla piazza, che Landini vuole cominciare, e lo ribadisce fin quasi allo sfinimento, con lo scopo di non affossare il progetto trasformandolo in un partitino. Ma, nel lungo periodo, è alle prossime elezioni e all'avversario Renzi, che il segretario della Fiom guarda, con l'occhio del politico e, non più, solo, del sindacalista. E, non a caso in serata, è uno degli uomini più vicini a Matteo Renzi, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini a replicare: «Non capisco bene la sua proposta però conferma che l'opposizione di questi mesi era più politica che sindacale».
LA POLITICA NON È PRIVATA

Sta di fatto che è nata la coalizione sociale targata Landini, o meglio, targata Fiom, come lo stesso segretario chiarisce ricordando l'avallo dell’organizzazione. La novità è che alla classica mobilitazione sindacale si aggiunge la mobilitazione di piazza e associazioni di varia origine e finalità: da Emergency a Giustizia e Libertà, da Arci ad Articolo 21 fino a Libera, che smentisce una sua adesione alla coalizione ma al fianco della quale la Fiom scenderà in piazza a Bologna il 21 marzo. Del resto, è lo stesso Landini a spiegare la sua strategia nella riunione, convocata (a porte chiuse) con una lettera che, in grassetto, metteva in evidenza le parole: «la politica non è proprietà privata».
«Bisogna partire dai territori, bisogna aggregare sulla base della lotta per i diritti e contro la povertà e non solo della difesa dei salariati», spiega Landini nel suo intervento conclusivo non escludendo una sua discesa in campo in un prossimo futuro ma chiarendo che, «chi oggi vuol fare un partito è meglio che vada via».
L'idea, insomma, è quella di coagulare tutto il malcontento e la protesta con qualche strizzata d’occhio all’esperienza degli spagnoli di Podemos o ai greci di Syriza ma anche agli italiani di 5Stelle sapendo, però, che la situazione italiana è molto diversa da quella di altri paesi alle prese con l’austerity.
Landini dovrà vedersela con il sordo malumore della Cgil (che ieri non ha proferito parola) e la durissima contrarietà della sinistra dem. «Le urla non servono», ha liquidato il progetto il bersaniano Roberto Speranza. Il leader di Sel Nichi Vendola sposa invece la nascita della nuova coalizione definita come una «necessità» e annuncia la partecipazione alla manifestazione Fiom del 28 marzo a Roma. Netta infine la contrarietà degli altri sindacati metalmeccanici. «Landini pone fine a ogni suggestione di unità sindacale», chiosa Marco Bentivoglio segretario della Fim.

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