ROMA «Il sindacato non deve essere un partito e io non voglio fare un partito e uscire dal sindacato. Ma il sindacato deve essere un soggetto politico se no diventa aziendale e corporativo. Io e i lavoratori cambieremo il Paese più di Renzi». Dopo la riunione per lanciare la “coalizione sociale” e le polemiche esplose con il Pd, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, si presenta nel salotto televisivo di Lucia Annunziata e davanti alle telecamere di “In Mezz’Ora” spiega con più precisione la sua iniziativa. Ma in serata, per Landini arrivano brutte notizie. Con una telegrafica nota, il portavoce di Susanna Camusso fa sapere che la leader della Cgil «non era stata informata» dell’incontro e aggiunge che sulla coalizione sociale «non c’è l’appoggio» del sindacato. Ma Landini tira dritto e spiega che l’ obiettivo è quello di riformare il sindacato contro l’asse Renzi-Confindustria. Per il momento, insomma, non c’è nessuna candidatura all’orizzonte («Non ci penso proprio») ma una certezza: la coalizione sociale dovrà partire dal sindacato e presentarsi come soggetto politico. «Io debbo riunire tutti i lavoratori ai quali sono stati tolti i diritti» spiega Landini, per il quale i soggetti che dovrebbero partecipare alla coalizione sono i lavoratori, quelli che non possono curarsi e pagare i ticket, ma anche chi non può far studiare i figli perché non ha soldi. «L’obiettivo che mi sono posto è riunificare il mondo del lavoro. Serve un’aggregazione sociale con una funzione politica per battere le iniziative del governo e di Confindustria, che hanno tolto diritti a tutti. Vogliamo mettere insieme tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, oggi divisi» puntualizza Landini, per il quale va riformata anche la Cgil. Per il sindacalista, solo con un cambiamento radicale del sindacato sarà possibile stare al fianco non solo dei lavoratori salariati ma di tutti i lavoratori che devono fare i conti con le politiche di governo. E su questo punto il segretario della Fiom è durissimo con il premier: «Renzi se n’è strasbattuto degli scioperi e ha cancellato i diritti». Quanto alla coalizione sociale, è una iniziativa sindacale che sta dentro la strategia della Cgil. «Con Camusso sono tre mesi che ne parliamo e abbiamo intenzione di continuare assieme» dice Landini, che torna sulla riunione di due giorni fa e spiega che la Camusso non c’era ma poi aggiunge che all’incontro ha partecipato un dirigente nazionale del sindacato. La leader della Cgil “benedice” la coalizione sociale? Con un comunicato di poche righe, i portavoce del segretario generale precisa che «né Susanna Camusso né la segreteria della Cgil erano stati informati dell’iniziativa organizzata dal leader della Fiom, né tantomeno hanno espresso appoggio a quel progetto». Landini è isolato? Difficile immaginarlo. Quel che è certo è che non ha gradito le critiche partite dal Pd alle quali ieri ha risposto con una alzata di spalle. «Quelli che sono in buona fede e pensano che l’obiettivo sia fare un partito, non stanno capendo nulla di quello che sta succedendo. Quelli che sono in malafede pensano che stiamo facendo qualcosa nel loro perimetro, ma io non accetto di giocare nel perimetro che vuole qualcun altro» spiega Landini, che raccoglie il plauso di Nichi Vendola: «Renzi si deve abituare, tutti hanno diritto di fare politica».