TERAMO Capolinea poco attrezzati, con segnaletica carente e spesso a rischio: la denuncia arriva dalla Filt-Cgil di Teramo che interviene dopo l’incidente avvenuto qualche giorno fa nel piazzale della rimessa dei bus ad Atri dove un autobus ha travolto e ucciso una donna. «Quelli che dovrebbero essere capolinea attrezzati, che permettano una fruizione sicura dei mezzi di linea, garantendo situazioni protette e dedicate ad uno scopo specifico ben definito, non sono altro che aree male organizzate e carenti nelle indicazioni», scrive in una nota Davide Di Sabatino della Filt-Cgil, «spesso manca perfino la più elementare segnaletica stradale e in molti casi non vi sono quegli accorgimenti che permettono di evitare il movimento confuso di veicoli di qualsivoglia categoria e genere. Non vi sono ingressi selettivi per gli autoveicoli privati, spazi riservati ai percorsi pedonali, marciapiedi salvagente. Insomma, sovente, le aree dedicate al trasporto pubblico di persone sono delle zone caotiche e confuse. Per non parlare poi delle fermate lungo le nostre strade. Poco considerate nella predisposizione e nella gestione evidenziano pericoli, difficoltà nella loro individuazione, scarsa segnalazione. In molti casi lungo la rete stradale non vi è nulla che possa far lontanamente immaginare che si sta per incontrare una fermata di autobus». Il sindacato nella nota lancia la proposta «di un coordinamento tra gli amministratori pubblici interessati alla materia ed i funzionari dei vari enti preposti alla cura e gestione delle strade. Occorre una operazione sinergica, tra tutti gli attori incaricati per ruolo e responsabilità, volta a realizzare interventi di programmazione, progettazione, gestione e cura delle fermate di trasporto pubblico».