FIRENZE C'è un'espressione usata dagli indagati ogni volta che la situazione va per il verso giusto: «La chiesa è di nuovo al centro del villaggio», un proverbio francese che sta a significare “rimettere le cose al loro posto”. Alcuni amici del manager Ercole Incalza sono riusciti per parecchi anni a sistemare la situazione a loro favore. Non c'era una grande opera dove non fossero presenti e ricavassero un guadagno. Tanto che il ”loro” ministro, ovvero Maurizio Lupi, davanti alla possibilità che la Struttura tecnica di missione sia soppressa o passi sotto la direzione della Presidenza del consiglio, nel corso di una telefonata intercettata il 16 dicembre, quasi minaccia di far cadere il Governo: «Vado io guarda, su questa roba ci sarò io lì e ti garantisco che se viene abolita la struttura non c'è più il Governo. Non l'hanno capito?». Gli investigatori hanno indagato per più di due anni.
Dietro il giro di corruzione, regali, favori, come sempre, è emersa la politica, gli scambi, i figli da sistemare, il clientelismo. Negli atti compaiono i nomi di ex sottosegretari e parlamentari: da Bargone (indagato) a Nencini, da Bonsignore a Del Basso De Caro, a Girlanda (indagato).
IL MINISTRO
Lupi non è tra gli indagati, ma i pm lo tirano dentro di continuo. L'intreccio va dagli incarichi ai regali. «Da una telefonata del 22 febbraio 2014 - scrive il gip - emerge che Vincenzo Barbuto, un sarto che avrebbe confezionato un abito per Emanuele Forlani, della segreteria del ministero, "sta confezionando un vestito anche per il ministro». A regalare è Franco Cavallo, arrestato, che per gli inquirenti ha uno “stretto legame” con l'esponente di Cl. Al figlio Luca, invece, sarebbe stato regalato un orologio. Si legge nell’ordinanza: «Il regalo fatto dai coniugi Perotti (l’imprenditore Stefano, arrestato, ndr) al figlio del ministro Lupi in occasione della sua laurea: trattasi di un orologio Rolex del valore di 10.350 euro che Perotti fa pervenire a Luca Lupi tramite Cavallo». «Incalza era ed è – dice ora il ministro - una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell’esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli».
SOCIALISTI AL MINISTERO
Incalza è così potente che sembra in grado di ricostruire al ministero il circolo ricreativo dei socialisti. Lo stesso funzionario si vanta di aver scritto «il programma di governo» dell'Ncd. Mentre Lupi conferma al suo dirigente che, grazie alla sua “sponsorizzazione”, uno dei viceministri ai Trasporti è Riccardo Nencini: «Dopo che tu hai dato, hai coperto, hai dato la sponsorizzazione per Nencini, l’abbiamo fatto viceministro, alle Infrastrutture». Quindi il ministro invita Incalza a dirgli «che non rompa i coglioni». Immediata la replica del viceministro: «È solo millantato credito». Lui, però, non è l’unico socialista che ritrova Incalza al ministero. L’altro è il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, ex craxiano ed ex dalemiano, attualmente indagato per peculato nell’inchiesta sui rimborsi in consiglio regionale in Campania.
FIGLI E PARENTI
C'è poi il capitolo dei figli. Nelle carte dei magistrati si legge che Perotti ha procurato incarichi di lavoro a Luca Lupi, secondogenito del ministro. Al centro, questa volta, è lo studio Mor di Genova. Giorgio Mor è cognato di Perotti. A parlare, al telefono, degli incarichi al giovane è Giulio Burchi, indagato e ritenuto “attendibile” dal gip. In due occasioni Burchi parla dell’assunzione di Lupi jr. A luglio al telefono con Alberto Rubegni, attualmente nel cda dell’Autostrada Torino-Milano, dice: «Il nostro Perottibus ha vinto anche la gara, che ha fatto un ribasso pazzesco, ha vinto anche il nuovo palazzo dell’Eni a San Donato e c’ha quattro giovani ingegneri e sai uno come si chiama? Sai di cognome come si chiama? Un giovane ingegnere neolaureato, Lupi, ma guarda i casi della vita». «Perotti -scrive il gip- nell’ambito della commessa Eni, stipulerà un contratto con Giorgio Mor, affidandogli l’incarico di coordinatore del lavoro che, a sua volta, nominerà quale ‘persona fissa in cantiere’ Luca Lupi per 2mila euro al mese». Anche su questo, il ministro non ci sta. «Non ho mai chiesto all’ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato». Eppure lo stesso ministro, come il sottosegretario Gabriele Toccafondi sono stati ospiti di Perotti. Ma ci sono anche altri ”figli”. Ad agosto Incalza dice ad Angelo Sanza, ex parlamentare, di aver parlato con Maurizio Gentile, ad di Rete Ferroviaria Italiana. «Ho parlato con Gentile, lui ha già dato tutto al capo del personale e dovrebbero chiamarlo». La trattativa per l’assunzione del figlio di Sanza va avanti per mesi, gli inquirenti concludono che sia ancora in corso. Favorito anche il nipote di un monsignore. Francesco Gioia, ex delegato pontificio per la Basilica del Santo a Padova (non indagato) si sarebbe attivato per sponsorizzare un'impresa per Expo, in cambio dell’assunzione del nipote.
LA LETTERA DI BERLUSCONI
Nella perquisizione del gennaio 2012, è stata trovata in un computer nella disponibilità di Incalza una lettera del 2004 indirizzata a “Berlusconi” «in cui spiega le ragioni per cui ha nominato Angelo Balducci nuovo Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici». E tra i fatti non ancora chiariti c’è anche il furto subito da Incalza il 3 febbraio 2014, quando qualcuno è entrato nell’appartamento e ha messo a soqquadro solo una stanza. «Anche da tale episodio si trae un quadro di grande ambiguità sulla figura dell'indagato e sui suoi rapporti», srive il gip. Il furto verrà denunciato il 21 marzo. Il funzionario e la figlia Antonia dicono al telefono: «Cercavano qualcosa, io non vorrei che fosse, mi sembra strano, mi sembra molto strano, però questi sono stati mandati» e il padre: «Quindi abbiamo capito chi erano, chissà che cosa volessero cercare».