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Pescara, 15/12/2025
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Data: 18/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Landini: «Cgil nella Coalizione sociale». La proposta alla leader Camusso durante un teso vertice: «La Fiom spieghi la natura della manifestazione del 28 marzo»

ROMA Si parlano. Cercano di comunicare tra loro, ma sanno che ormai è inutile. Susanna Camusso e Maurizio Landini, dentro la Cgil, non hanno mai fatto tandem. E ieri mattina, nella sede del sindacato di Corso Italia, è andata in scena l’incolmabile distanza che li separa. La leader della Cgil ha chiesto al numero uno dei metalmeccanici di scrivere una nota congiunta per mettere nero su bianco che la manifestazione del 28 marzo contro il jobs act, indetta dalla Fiom, non è un’iniziativa politica. Landini però ha sbattuto i pugni sul tavolo: «Firmare? Assolutamente no. È Renzi che ci accusa di fare un nuovo partito, gli attacchi non possono arrivare dalla Cgil». Così la numero uno di Corso Italia prosegue sulla sua strada: «Il bisogno politico di Landini non può stravolgere la natura della Cgil». Il leader della Fiom passa, a sua volta, al contrattacco e chiede a Camusso di partecipare alla “Coalizione sociale”, lanciata sabato scorso. L’invito, ovviamente, viene respinto al mittente. Il leader delle tute blu «deve cancellare qualsiasi ambiguità» che circonda questa aggregazione di associazioni, chiede a gran voce la numero uno della Cgil. Il faccia a faccia scava, tra le due anime del sindacato, un solco ancora più profondo. I toni sono durissimi. La preoccupazione di Camusso è che l’iniziativa del 28 marzo diventi politica e non basata su una piattaforma sindacale. «La manifestazione di categoria, che vede la partecipazione della Cgil – dice - deve avere delle caratteristiche sindacali. Sarebbe drammatico se non fosse così». Comunque sia, «molti di noi ci saranno. Adesso singolarmente non saprei nominarli uno per uno. Vedremo». E sulla sua presenza in piazza non si sbilancia. Intanto, i segretari generali della Flai e della Funzione pubblica, Stefania Crogi e Rossana Dettori, firmano una nota di sostegno alle tesi di Camusso e ricordano che «il sindacato non ha mai abdicato alla propria funzione e non può sostituirsi alla politica». Landini racconta di aver spiegato alla leader della Cgil, più e più volte, che la coalizione «non è né una formazione politica né tantomeno vuole sostituirsi alla politica e quindi le obiezioni che il sindacato rivolge non hanno ragione di essere». Se si considera l’insistenza con la quale il segretario chiede al leader Fiom di fare chiarezza attraverso una nota congiunta è evidente che i due non si siano capiti. O peggio, che Camusso non si fidi di Landini. Lo scambio di battute al vetriolo continua per tutto il giorno. Landini tira dritto, sostenuto da un comunicato della segretaria della Fiom. Il progetto di coalizione sociale, dice ancora il leader dei metalmeccanici «va avanti perché è un modo per rafforzare il sindacato confederale». Inoltre «un’autonoma e indipendente soggettività politica della nostra organizzazione deve concretizzarsi in un progetto generale e un’azione contrattuale nei luoghi di lavoro e di carattere sociale nei territori che - seguendo la nostra storia confederale - superi la semplice associazione di interessi»

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