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Pescara, 10/09/2025
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Data: 29/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
L’Aquila e Gabrielli, alta tensione. La restituzione dei soldi della provvisionale alle famiglie delle vittime

L’AQUILA Da una parte l'uomo dello Stato, che dice: “devo rispettare le regole, come solerte sono stato nel primo grado, solerte devo esserlo nel secondo”; dall'altra alcuni avvocati di parte civile, tipo Fabio Alessandroni ed Antonio Valentini. Che ribattono: “Uomo con il pelo nel cuore che non si fa scrupolo nell'affannarsi a richiedere le somme” e “uomo con piglio degno di miglior causa”.
Botta e risposta a distanza tra il Capo Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli ed alcuni difensori di famiglie delle vittime, all'indomani della pubblicazione su questo giornale delle richieste che stanno arrivando in questi giorni alle parti civili vittime del sisma, di restituzione dei soldi ottenuti quali provvisionali (2 milioni di euro circa) disposte in primo grado dal giudice del Tribunale Billi a seguito della condanna dei sette membri della Commissione Grandi Rischi, e ora richieste dopo il ribaltamento (ad eccezione per Bernardo De Bernardinis) della sentenza assolutoria, da parte dall'Appello. In città intanto infuria il sentimento di rabbia.
“Dovremmo essere tutti più onesti – ha aggiunto Gabrielli - nel prendere visione delle cose: mettendo in disparte ogni considerazione sul dolore e le sofferenze delle famiglie delle vittime, che attiene all'uomo Franco Gabrielli, come funzionario ho dalla mia una tempestività mai vista nell'applicazione della sentenza di primo grado senza aspettare la Cassazione: mi sembra ingiusto, perciò, che oggi si dica che dopo la sentenza di secondo grado avremmo dovuto attendere la Cassazione. Abbiamo richiesto indietro, le somme solo per le persone per le quali non sono state riconosciute in secondo grado le responsabilità dei condannati”, ha detto sempre Gabrielli in riferimento alla posizione dell'ex vice capo dipartimento De Bernardinis, l'unico non assolto, con condanna ridotta da sei a due anni di reclusione, nel processo di appello.
LE FREDDE REGOLE
Per questo, spiega Gabrielli, «non stiamo “battendo cassa”, ma applicando la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila (se non lo si facesse si rischierebbe di incorrere in un potenziale danno erariale)».
“Sono un funzionario dello Stato e devo rispettare le regole - prosegue ancora il capo dipartimento - come solerte sono stato nel primo grado, solerte devo esserlo nel secondo. Potevo essere accusato di poca sensibilità se fossi stato intempestivo nel primo grado e non nel secondo, ma con tutta la strumentalizzazione possibile, non è stato così”. Per l'avvocato Fabio Alessandroni che ha annunciato “battaglia” legale in relazione alla restituzione di somme di denaro anche per gli interessi maturati ad oggi, “dispiace notare il linguaggio curiale, freddo e distaccato utilizzato, da una Pubblica amministrazione che forse in questa circostanza avrebbe dovuto fare una valutazione più appropriata, più moralmente corretta. Singolare – ha concluso Alessandroni – come questa richiesta ricada a pochi giorni dal ricorso in Cassazione del Pg e delle parti civili avverso la sentenza assolutoria”.
«IL PIGLIO FUORI LUOGO»
“Questo piglio la Protezione civile – ha detto l'avvocato Antonio Valentini – poteva metterlo prima del terremoto, anziché mandare 6 persone che hanno detto l'ovvio”. Valentini è stato colui che ha presentato l'esposto che ha dato il via al processo all'organismo di esperti che in primo grado ha portato alla condanna a sei anni di carcere i sette componenti della Grandi rischi. Lascia sconcerto “l'acredine, la cattiveria che connota tale richiesta scritta peraltro dall'ex Prefetto dell'Aquila”. Atto di diffida “allucinante” secondo Valentini che non doveva essere redatto da Gabrielli ma direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dunque da Renzi. “Forse Gabrielli teme che il bilancio dello Stato vada in dissesto?, Una richiesta risarcitoria fatta dalle parti civili per dare un senso alle morti e non per incassare il denaro”.

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