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Pescara, 10/09/2025
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Data: 05/04/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ed. Nazionale - L’Aquila, sei anni dopo il terremoto «Ricominciamo a vedere la luce»

L’AQUILA Sei anni sono lunghi, ma le ferite profonde lasciate dal terremoto non si rimarginano. Il ricordo più doloroso è quello delle salme stese a terra. È la notte tra il 5 e il 6 aprile 2009: alle 3.32 del mattino si scatena l’apocalisse con una scossa di 5,8 gradi della scala Richter che, in trenta interminabili secondi, distrugge gran parte del centro storico dell’Aquila e molti paesi vicini. Il bilancio è pesantissimo: 309 vittime, 1.600 feriti, centomila sfollati. Nessuno ha dimenticato il silenzio assordante di quella notte. Nessuno può dimenticarne il terrore. L’incubo fa ancora sobbalzare gli aquilani quando chiudono gli occhi o sentono anche solo un piccolo rumore. Le ore che precedono la giornata della commemorazione e del lutto cittadino sono ore di emozione. È la notte della fiaccolata. Ogni anno il 6 aprile diventa un punto di verifica anche dei percorsi avviati per superare il dolore della tragedia.
LA SPERANZA«Comincio a pensare che la strada sia in discesa, guardiamo la luce: con l’asse centrale del centro storico ricostruito entro il 2017, gli aquilani torneranno sotto i portici e il corteo per commemorare le vittime passerà nel cuore del centro storico». Le parole sono del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che, per la prima volta dopo sei anni, guarda con fiducia alla ricostruzione di una città e di un comprensorio devastati.
I FONDIL’ottimismo di Cialente parte dalla «certezza dei fondi visto che il governo Renzi è stato il primo a risolvere strutturalmente il problema prevedendo sei miliardi e 200 milioni fino al 2018». «Abbiamo una idea sempre più chiara di città - continua -. Se ci danno il personale per accelerare le pratiche e approvano la legge per moralizzare la ricostruzione privata, la strada è in discesa. Nel giro di dieci o undici anni la città sarà nuova e bellissima». Il ricordo delle vittime è struggente anche alla luce delle inchieste giudiziarie. C’è stata una condanna della commissione Grandi rischi e poi un ribaltamento della sentenza, ora si aspetta la Cassazione. Nessuno cerca vendetta, solo giustizia. Il 6 aprile si accavalla con la Pasquetta. Gli aquilani sperano nella resurrezione di una città profondamente ferita.

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