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Pescara, 04/10/2024
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01/05/2015
Il Centro
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Trasporti, i sindacati accusano. Cgil, Cisl e Uil: «La nuova azienda unica regionale dei trasporti è soprattutto un’operazione di salvataggio dell’Arpa, con un piano industriale elaborato dagli stessi dirigenti che hanno portato l’Arpa allo stato pre-fallimentare». Tagli del 60 per cento dei chilometri in provincia dell’Aquila |
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L'AQUILA «La nuova azienda unica regionale dei trasporti, per ridurre i costi, ha deciso di tagliare il 60 per cento dei chilometri in provincia dell’Aquila. Un territorio dove non opera l’alta velocità ferroviaria e dove il materiale rotabile è più vecchio che nel resto della Regione». Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme. «Da sempre la creazione di un’azienda unica regionale di trasporto è un obiettivo strategico rivendicato e perseguito dalle organizzazioni sindacali», affermano Umberto Trasatti, segretario Cgil provinciale dell’Aquila, Paolo Sangermano, segretario Cisl, e Michele Lombardo, Uil. «La condizione nella quale si è giunti alla fusione delle tre aziende regionali di trasporto pubblico locale, Arpa, Gtm e Sangritana, non è però quella che avevamo immaginato: si realizza, soprattutto, come un’operazione di salvataggio dell’Arpa, con un piano industriale elaborato dagli stessi dirigenti che hanno portato l’Arpa allo stato pre-fallimentare. Una parte importante del taglio dei costi si realizza riducendo i chilometri percorsi, tagliando cioè le sovrapposizioni ferro-gomma sugli stessi tragetti: un’operazione ovvia, che abbiamo sostenuto per investire le risorse dove servono veramente. Quello che non funziona è che la nuova azienda, con l’approvazione della giunta regionale, su 1.300mila chilometri di sovrapposizioni da tagliare ha deciso di eliminare il 60% dei chilometri, ben 730mila, in provincia dell’Aquila». I sindacati sottolineano come «nel piano industriale vengono confermati gli attuali confini della cosiddetta “area unico”, Chieti-Pescara, nella quale già è operativo il biglietto unico, con gli ovvi vantaggi per chi abita in questa zona. Ci saremmo aspettati», incalzano Trasatti, Sangermano e Lombardo, «che con la creazione di un’azienda unica questo vantaggio si sarebbe esteso a tutto il territorio abruzzese: è inaccettabile che i cittadini siano divisi in serie A e B. Nella stessa regione si avranno diverse condizioni di accesso e competitività del servizio. Ci spieghi la giunta regionale se questo corrisponde al progetto di azienda di trasporto che ha immaginato, capace di recuperare gli sperperi e dare maggiori servizi». I sindacati rilevano, infine, «che lo stesso piano industriale prevede, attraverso l’affidamento di servizi in sub-concessione, un recupero stimato in un milione. È facile prevedere che il concetto di “linea marginale” avrà il maggiore impatto sulla provincia dell’Aquila».
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