ROMA Superati gli intoppi iniziali e qualche ritardo nell’attuazione, adesso il “Bonus bebè” è alla prova dei fatti. Da ieri le mamme e i papà possono presentare le domande per usufruire del sussidio di 80 o di 160 euro al mese, dipende dal reddito, per ogni figlio nato o adottato tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Non si parla certo di cifre che risolvono tutti i problemi ma tra pannolini, omogeneizzati, pappine, latte in polvere e vestitini, 960 euro all’anno o 1.920 possono aiutare chi ne ha bisogno. Stando ai dati riportati nei dossier della legge di Stabilità, si stima che saranno 415mila i nuclei familiari che beneficeranno del bonus. La domanda può essere presentata da uno dei genitori purché siano cittadini italiani o comunitari, oppure cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno Ue per un lungo periodo. Al momento della domanda il richiedente deve essere residente in Italia e convivente con il figlio per il quale si richiede l’assegno. Condizione essenziale per accedere è essere in possesso di un Isee in corso di validità con un valore non superiore a 25mila euro annui. L’importo annuo è pari a 960 euro (80 euro al mese per 12 mesi), nel caso in cui il valore dell’Isee non sia superiore a 25mila euro, e raddoppia a 1.920 euro (160 euro al mese per 12 mesi), nel caso in cui il valore dell’Isee non sia superiore a 7mila euro annui. Si ha diritto al bonus bebè fino al compimento del terzo anno di età del bambino, oppure fino al terzo anno di ingresso del minore nel nucleo familiare a seguito dell’adozione o dell’affidamento preadottivo. L’assegno è corrisposto dall’Inps ed è erogato per un massimo di 36 mensilità a partire dal mese di nascita o di ingresso in famiglia. La domanda deve essere presentata all’Inps esclusivamente in via telematica, mediante il sito dell’Istituto di previdenza alla voce “servizi per il cittadino” e ci si deve autenticare attraverso un codice pin. È possibile contattare anche il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06/164.164 da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante). Inoltre sono a disposizione i patronati e i Caf, che offrono servizi di assistenza. La richiesta di accesso al bonus va inviata entro 90 giorni dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia. In via transitoria, per le nascite o adozioni avvenute tra il primo gennaio 2015 e il 27 aprile 2015, il termine di 90 giorni per la presentazione della domanda decorre dal 27 aprile (scadenza 27 luglio 2015). Per le domande di assegno presentate invece oltre i 90 giorni - e per quelle interessate dal periodo transitorio, presentate oltre il 27 luglio 2015 - l’assegno spetta a decorrere dalla data di presentazione della domanda e se ne avrà diritto sempre fino al compimento del terzo anno di età. L’assegno può essere cumulato con altre erogazioni sociali e di aiuto alla famiglia (compresi i famosi 80 euro per i lavoratori dipendenti e il voucher maternità) e non concorre alla formazione del reddito ai fini fiscali. Risolti i problemi, firmato il tanto atteso decreto attuativo e arrivato il via libera alle domande, la maggioranza esulta con il premier Matteo Renzi che ieri con un tweet ha comunicato: «Bonus bebè, da oggi si possono presentare le domande». E con il capogruppo di Area popolare alla Camera, Maurizio Lupi, che rivendica il risultato e rilancia: «Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di stabilizzare il bonus e renderlo permanente».