PESCARA - Una riforma del trasporto pubblico regionale “con troppe incognite” che rischia di partire senza carburante e le ruote sgonfie, per colpa “di privatizzazioni non necessarie”, tagli "ingiustificati dei trasferimenti, corse, e personale”, con protagonisti "i vecchi amministratori delle società da sciogliere,che il presidente della Regione Luciano D'Alfonso non ha avuto il coraggio di commissariale".
Queste le ragioni alla base dello sciopero di 4 ore indetto per venerdì 29 maggio dai sindacati Filt Cgil e Ugl autoferrotranvieri, che raccolgono circa la meta dei gli iscritti del settore.
Non aderiscono invece Cisl e Uil, mentre il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Camillo D’Alessandro da una parte apre al dialogo dall’altra snobba lo sciopero, e bolla come pretestuosa buona parte della piattaforma, difendendo a spada tratta i contenuti del piano industriale in via di stesura definitiva della Tua, la società unica che nascerà ufficialmente l’8 giugno prossimo e che accorperà Arpa, Sangritana e Gtm.
La nascita a lungo attesa della socetà unica, sottolinea però ad AbruzzoWeb Giuseppe Lupo, segretario regionale Ugl trasporti, nessuno la contesta perchè il problema è altrove, a cominciare dal taglio effettuato dalla Regione Abruzzo di 10 milioni di euro, nel bilancio preventivo 2015, del Fondo regionale trasporti, con il budget annuale sceso da 183 a 173 milioni.
“Hanno cercato di far credere che era una decisione dolorosa ma inevitabile - spiega Lupo - conseguente alla riduzione dei trasferimenti del governo. Ma non è vero perché il governo di Matteo Renzi i tagli li ha solo annunciati, ma non li ha ancora attuati. E infatti l’Abruzzo è l’unica Regione che ha tagliato senza che ciò fosse indispensabile”.
E quando arriverà anche il salasso dovuto al ridimensionamento del Fondo nazionale dei trasporti che ammonta a 4,9 miliardi di euro, l’Abruzzo, temono ora i sindacati, dovrà subire un ulteriore taglio al settore di ben 20 milioni di euro.
"Questo significa - prosegue Lupo - che la società unica partirà in salita, con pesantissimi tagli dei servizi e anche sul personale, anche se il sottosegretario D’Alessandro continua a garantire che non sarà licenziato nessuno”.
Barricate poi contro le privatizzazioni, da parte in particolare di Franco Rolandi segretario regionale della Filt Cgil.
Nella bozza del Piano industriale dell’azienda unica, oramai pressoché definitiva, si prevede il ricorso alle sub-concessioni con l’affidamento ai privati di circa 1,6 milioni di chilometri di corse su gomma.
“Di queste privatizzazioni - alza la voce Rolandi - non se ne vede la necessità, visto che queste tratte possono essere gestite tranquillamente in house dalla nuova società unica. Per noi è solo il servizio pubblico, funzionante ed efficiente, a poter e dover garantire la mobilità in un territorio complesso come l’Abruzzo”.
Rolandi considera poi strano che “nel piano industriale si prevede di cedere solo le tratte che garantiscono minori entrate, ed è lecito chiedersi perché mai un privato debba accollarsele. Ammenochè non sia la Regione, con i soldi pubblici a garantire comunque i ricavi dei privati per un servizio a perdere”.
Altri 1,3 milioni di chilometri di corse di autobus, saranno invece tagliati tout court, e sono quelle che si sovrappongono con le corse dei treni.
“Apparentemente - denuncia Rolandi - è una scelta ragionevole, una razionalizzazione del servizio e dei mezzi a disposizione, ma in realtà molte di queste sovrapposizioni sono solo presunte. La Regione in realtà vuole solo fare cassa, tagliando le corse soprattutto nelle aree interne, ance dove non c'è l'alterativa del treno. Quando sarà reso noto il lunghissimo elenco di corse soppresse, è facile prevedere sollevazioni non da parte dei sindacati, ma dei sindaci e dei cittadini pendolari”.
Altro motivo della mobilitazione è la mancata attuazione del biglietto unico regionale.
“È una scelta che discrimina buona parte degli abruzzesi - a parlare è questa volta Lupo dell’Ugl - c’è chi ad esempio da Chieti a Pescara, grazie al biglietto unico paga solo 1,10 euro, mentre chi deve spostarsi, solo per fare un esempio, da Chieti a Bucchianico, che è più vicina di Pescara, deve spendere 1,8 euro”.
I sindacati scrivono infine nella lettera di proclamazione dello sciopero, di volere anche loro la società unica, che si andrà a collocare tra le prime dieci aziende italiane di trasporto pubblico locale. Temono però che questa macchina assai competitiva e nuova di zecca, venga affidata allo stesso management resosi protagonista in negativo nella conduzione delle attuali aziende regionali”.
“Al momento - concordano Lupo e Rolandi - tutti i vertici che secondo noi hanno gestito molto male Arpa, Gtm e Sangritana, sono saldamente al loro posto, e stanno decidendo non solo il piano industriale e il contratto aziendale unico per 1600 dipendenti che ora hanno tre diversi contratti con trattamenti molto eterogenei. Non possono essere loro i protagonisti della nuova società in cui si dicono conviti di poter continuare a mantenere un ruolo da protagonisti. Dovevano essere tutti commissariati, da subito, ma il presidente D’Alfonso non ha avuto questo coraggio”.