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Pescara, 11/05/2025
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23/05/2015
Il Centro
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Bianchi, rossi e anche neri. Tutti uniti dal no ai pozzi. Pd, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, ma anche Casa Pound e i centri sociali marciano con gli ambientalisti della galassia no-triv. Aderiscono anche i vescovi
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«Non vogliamo che il nostro mare venga oltraggiato dalla presenza opaca e inquinante di interessi legati alle lobby del petrolio, non vogliamo, né le prospezioni geofisiche sui fondali adriatici, né le trivelle con il loro impatto devastante». Lo ha detto Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, annunciando l'adesione di Sel alla manifestazione di Lanciano, contro le trivellazioni petrolifere nel Mare Adriatico. Alla manifestazione oltre al sostegno attivo in queste settimane dei militanti ed esponenti abruzzesi di Sel, si aggiungerà anche la presenza di una delegazione di parlamentari guidata dal deputato abruzzese Gianni Melilla e dall'esponente anch'essa abruzzese della segreteria nazionale del partito, Daniela Santroni.di Antonio De Frenza wPESCARA Ci saranno gli ambientalisti, certo. Ma alla marcia dei 40 mila (questa la stima dei partecipanti) alla manifestazione di oggi a Lanciano contro il progetto Ombrina mare della Rockhopper, e in genere contro le trivelle in Adriatico, sfileranno fianco a fianco renziani e bersaniani del Pd, grillini, vendoliani di Sel, rifondatori comunisti, esponenti di Forza Italia, ma anche i militanti e simpatizzanti di Casa Pound (quelli che non saranno a Gorizia per la celebrazione del centenario della Grande Guerra, si legge in un loro volantino) e poi associazioni di categoria, sindacati, associazioni culturali, naturalmente il Forum H2O e tutta la galassia dei movimenti no-triv, quelli che già due anni fa portarono 40mila persone a Pescara in una manifestazione contro Ombrina. Ci saranno anche esponenti della Terra dei Fuochi con in testa il parroco don Patriciello, i vescovi della Conferenza episcopale Abruzzo e Molise, esponenti dei centri sociali in arrivo da altre regioni (ma la questura di Lanciano rassicura: tutto sotto controllo). E le istituzioni: sindaci, province, consiglieri regionali con in testa il presidente dell’assemblea Giuseppe Di Pangrazio, i parlamentari, la giunta regionale rappresentata dall’assessore all’Ambiente Mario Mazzocca, che rilancia la sfida al governo centrale: «Saremo a Lanciano per «ribadire un no deciso alla deriva petrolifera che alcuni vogliono far prendere all'Adriatico e al nostro territorio. Qualora si continuasse con il muro contro muro» dice l'assessore in riferimento a Ombrina Mare ed Elsa 2 «non esiteremo a procedere davanti al Tar contro il decreto di compatibilità ambientale se dovesse essere emesso da parte del ministero dell'Ambiente e dei Beni culturali e contro anche il decreto di concessione definitiva se dovesse essere emesso dal ministero dello Sviluppo economico». «Stiamo cercando di recuperare del tempo perso e delle occasioni perdute. Se magari si fosse intervenuti qualche anno fa, adesso non staremmo a questo punto. Sessantasei mesi della precedente Giunta regionale persi completamente: non hanno detto una parola i miei colleghi dell'attuale minoranza consiliare che all'epoca invece erano in maggioranza né su questo tema né sul Parco della costa teatina» ha sottolineato Mazzocca, «che sicuramente dei riflessi benefici sull'intera vicenda li avrebbe avuti. Ora è stata definita la perimetrazione, speriamo che si possa realizzare questo ulteriore tassello». Il riferimento polemico è al centrodestra che ieri ha però rimarcato la propria contrarietà alle trivelle e annunciato la partecipazione alla marcia. «Quando alla guida della Regione c'era il centrodestra», spiega Mauro Febbo (Fi), «non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per le esplorazioni petrolifere in mare, anche grazie alle prescrizioni introdotte dal decreto Prestigiacomo, che prevedeva per questi impianti distanze dal litorale che ne rendevano antieconomica l'installazione. Questi limiti sono stati prima dimezzati dal governo Monti e poi annullati dal governo Renzi nel decreto Sblocca Italia, che di fatto ha spianato la strada alle trivelle. E in tutto questo il centrosinistra che oggi governa l'Abruzzo ha sempre avuto un atteggiamento contraddittorio». Si tiene da parte solo Confindustria e un pezzo del mondo imprenditoriale per il quale trivelle vuol dire anche sviluppo e posti di lavoro.
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