Un parco atteso come la manna dal cielo come prima vera risposta al «deserto» di strutture e servizi. Invece no, il Parco avventura a Fonte Cerreto è rimasto impantanato nei meandri della burocrazia. E il progetto ora rischia anche di perdere i finanziamenti europei ottenuti. Il caso è emblematico del perché si fa enorme fatica a far decollare una stazione stupenda sotto il profilo ambientale e naturalistico,ma rimasta arretrata di trent’anni quanto a infrastrutture. La questione è tornata d’attualità l’altro giorno, nel corso della riunione tra operatori economici del Gran Sasso e istituzioni che si è tenuta all’hotel Castello. Uno dei referenti del progetto, Alessandro Orsini, si è alzato e ha comunicato al sindaco Massimo Cialente che il Comune ha chiesto integrazioni al progetto a distanza di ben un anno dalla sua presentazione, ovvero a fine maggio scorso. Il tutto dopo che gli imprenditori coinvolti hanno cominciato l’iter nel 2010, come idea di rilancio dopo il terremoto.
LA RABBIA Ma quasi sei anni non sono ancora bastati. La rabbia è aumentata quando gli operatori hanno saputo che qualche chilometro più in là, invece, nella zona del Ceppo (Monti della Laga teramani), per fare la stessa identica cosa sono trascorsi appena dodici mesi. Il Parco avventura è un’opera attesa da tutto il comprensorio perché andrebbe a colmare il vuoto di servizi che caratterizza in maniera drammatica l’area.
LA TESTIMONIANZA «Da quattro anni abbiamo istruito il progetto - spiegano gli imprenditori - e abbiamo ricevuto i primi nulla osta, facendo un lavoro immenso di presentazione dei documenti che crediamo non sia richiesto neanche per le questioni più complesse. Nulla osta del Parco, della Provincia, del Comune, della Sovrintendenza, permessi a costruire: nonostante questo ci è piovuta addosso da poco tempo la richiesta di integrazioni del Comune sulla Valutazione di incidenza ambientale, in particolare sulla flora dell’area. Tutto è nato perché in 3-4 ettari sono state individuate quattro o cinque orchidee. Questa cosa ci ha complicato la situazione in maniera incredibile, eravamo pronti per cominciare i lavori e per aprire la prima parte del Parco già per metà luglio, per iniziare a mettere a reddito l’attività visto che abbiamo anche un fondo comunitario da spendere». Dall’Europa sono arrivati circa 100 mila euro, altri 100 sono quelli messi a disposizione dagli imprenditori. L’idea è quella di realizzare, a regime, un’area attrezzata, a Fonte Cerreto, su un terreno in affitto (concesso dagli Usi civici), con giochi per bambini, zone pic-nic, percorsi anche per disabili, case, liane e ponti sugli alberi, trekking, bici, escursioni, ciaspole, orienteering, centri estivi per le scuole e per riabilitare i ragazzi in difficoltà. La gestione sarà a carico di una società sportiva: si pagherà un ticket di ingresso. «Solo per cominciare - spiegano gli imprenditori - avremmo bisogno di due o tre mesi di lavoro. Le attività outdoor dovrebbero essere realizzate dopo. Non mettere a reddito l’attività quest’anno ci creerebbe un danno economico notevole ». Si rischiano azioni di risarcimento.