È guerra aperta fra l’Atac e i suoi dipendenti, in primis autisti e macchinisti. La municipalizzata capitolina dei trasporti, infatti, ha rescisso unilaterlamente tutti gli accordi sindacali sottoscritti a livello locale dal 1962 a oggi. Con la situazione attuale, dunque, dal 1 ottobre non verranno erogate ai lavoratori tutta una serie di indennità che il sindacato Faisa Confail ieri ha quantificato in circa 400 euro al mese.
Si tratta di piccoli indennizzi inseriti in busta paga che fanno riferimento, ad esempio, all’indennità di galleria per i macchinisti. Il tavolo sindacale, come conferma anche l’azienda, resta aperto, e da qui al 1 ottobre ci sono i margini per rientrare. Ma si tratta comunque di una fuga in avanti non indifferente operata dai vertici aziendali, nell’ambito della trattativa per l’applicazione del nuovo piano industriale. Un piano che prevede anche, dal 1 agosto, l’aumento a 39 ore settimanale dell’orario di lavoro per i conducenti. Proprio in questo quadro, potrebbero inserirsi emolumenti che arriverebbero a colmare il gap (se non a superarlo) delle indennità abrogata. Ma tutto è in divenire. Da oggi, poi, per autisti e macchinisti ci sarà l’obbligo di passare il badge, prima di mettersi alla guida.
La tensione, comunque sia, resta alta. Già da oggi potrebbero ripartire le proteste «bianche» dei conducenti. Cosa significa? Innanzitutti il pedissequo rispetto del regolamento: le vetture (sia su gomma che su ferro) giudicate non idonee verranno rifiutate, mentre in metro, nei tratti con scarsa visibilità, sarà osservata la velocità minima di 15 km/h. Piccoli puntigli che potrebbero complicare non poco la vita agli utenti, vittime sacrificali in questa guerra fra i lavoratori e i vertici aziendali e tartassati nel corso degli ultimi 15 mesi da uno sciopero ogni 22 giorni di media. «Come mai in Atac non più di un mese fa, ci sono stati aumenti da capogiro per alcuni direttori di circa 50.000 mila euro annui? Perché hanno raggiunto l’obiettivo di arrivare a 650 guasti giornalieri per i mezzi di superficie?», si domanda il segretario regionale Faisa-Confail Claudio De Francesco.
Intanto, è tornato a parlare l’assessore alla Mobilità, Guido Improta. Dato per dimissionario, Improta in realtà ha congelato il suo addio, in vista della relazione del prefetto Franco Gabrielli su Mafia Capitale, attesa per fine luglio. E non è più così scontato che l’ex sottosegretario lasci il Campidoglio a breve. «Quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione completamente fuori controllo, con Atac vicina al fallimento – ha ricordato – Ora è chiaro che alla signora Pina che aspetta alla fermata l’autobus, alla fermata non è cambiato nulla in questi due anni, ma deve ringraziare che continui ad arrivare l’autobus, perché a giugno 2013 c’era la concreta aspettativa che quell’autobus non arrivasse».