La guerra Alitalia-Toto va avanti a colpi di richieste milionarie e ora la compagnia aerea chiede un indennizzo di circa 110 milioni con una domanda di arbitrato, un’azione che si aggiunge alla causa plurimilionaria aperta a Chieti. Ieri davanti al giudice Alberto Iachini Bellisarii, nell’ambito del contenzioso civile avviato daAlitalia- Cai nei confronti del gruppo Toto e che sembrava avviato verso la ricerca di un accordo fra le parti (lo scorso 18 marzo l’udienza venne rinviata per consentire la concretizzazione di una trattativa), gli avvocati di Alitalia Massimo Confortini, Elio Ludini e Pierluigi Tenaglia hanno esibito e depositato l’atto di nomina di arbitro, notificata alla controparte lo scorso 12 marzo, ovvero la domanda volta a ottenere l’indennizzo di circa 110 milioni di euro, arbitrato la cui prima udienza si terrà il 14 luglio a Milano. Un’iniziativa che, secondo gli avvocati diToto holding, ieri erano presenti Stefano Mazzotta in sostituzione di Fabrizio Criscuolo, e Augusto La Morgia, è inammissibile e irrilevante ai fini del giudizio in corso a Chieti. A questo punto, in attesa del lodo arbitrale, il giudice Iachiniha fissato per il 15 giugno del 2016 l’udienza per la precisazione delle conclusioni.
LE OPERAZIONI NEL MIRINO Alitalia ha promosso contro Toto un’azione revocatoria ordinaria volta a far dichiarare l’inefficacia di tre operazioni straordinarie di dismissione del patrimonio da parte di Toto holding assumendo che siano state effettuate allo scopo di sottrarre ingenti risorse alle garanzie patrimoniali. Nel mirino della revocatoria è finita la dismissione di asset immobiliari da parte della capogruppo a favore di altre società del gruppo imprenditoriale teatino ovvero Toto costruzioni generali spa, Toto real estate e Renexia spa. Toto holding in particolare avrebbe ceduto beni immobili e rami di azienda in favore delle altre società facenti parte della stessa galassia ottenendo in cambio quote societarie. Le ragioni di credito di Alitalia nei diversi contenziosi poi confluiti in quello di Chieti sono stimate intorno a 500 milioni di euro. Secondo la compagnia di bandiera la dismissione, iniziata a cavallo di un lodo arbitrale instauratosi dopo la cessione di AirOne (la compagnia aerea fondata da Toto), diminuisce le garanzie patrimoniali rendendo dunque difficile la realizzazione da parte di Alitalia (che come è noto acquistò AirOne) di un eventuale credito. Ma il gruppo Toto ha difeso le sue operazioni sostenendo che si è trattato semplicemente di una redistribuzione di vari cespiti ad altre società del gruppo e che dunque si è trattato di un’operazione di riorganizzazione intragruppo e che i beni sono lì a garanzia del credito.