Avezzano – Cresce il fronte del no al piano di tagli messi in cantiere dalla Tua nella Marsica dove sono a rischio 106 corse, praticamente il 50% dell’intero servizio di trasporto pubblico su gomma. Al fianco delle Rsa e dei lavoratori, oggi (3 luglio) in assemblea per pianificare una strategia mirata a coinvolgere l’intero territorio, ovvero sindaci, amministratori provinciali e regionali, utenti e cittadini, per contrastare il “massacro del servizio pubblico” si schiera anche il centro giuridico del consumatore: “la riorganizzazione del trasporto pubblico locale”, afferma il responsabile marsicano, Augusto di Bastiano, “ha un senso solo se la Regione garantisce che le ferrovie effettuino servizi navetta continui e i pullman i collegamenti a pettine, altrimenti non funziona. I marsicani hanno il diritto alla mobilità come gli utenti dell’area costiera”.
Contro il piano industriale della società unica di trasporto, definito “irricevibile e lacunoso”, si schiera, senza sé e senza ma, la Filt Cgil Abruzzo, che dopo aver palesato la propria netta contrarietà attraverso lo sciopero regionale insieme all’Ugl Abruzzo, boccia le scelte della politica regionale sui trasporti “che”, afferma il segretario Franco Rolandi, “nonostante il recente cambio politico, non ha fatto registrare sostanziali cambiamenti rispetto al passato. L’atteggiamento di contrasto e di forte opposizione ai contenuti del piano industriale, a prescindere dalla naturale esigenza di tutelare e rappresentare i diritti dei 1600 lavoratori che opereranno all’interno della nuova azienda regionale dei trasporti, nasce dalla riproposizione dei tagli ai servizi, la mancata realizzazione di un sistema tariffario unico e efficiente che ponga fine alla giungla tariffaria attualmente in essere e il tentativo di dare origine (attraverso i subaffidamenti) a un graduale ma costante affidamento ai privati dei servizi di trasporto pubblico locale.
I tre aspetti”, sottolinea Rolandi, “prevedono un minimo comune denominatore, ovvero la penalizzazione delle zone interne della nostra regione”. Non è un caso, infatti, che i preannunciati tagli ai servizi sbandierati dalla Regione, come le ipotetiche eliminazioni di sprechi derivanti da presunti servizi in sovrapposizione tra trasporto su gomma e trasporto su rotaia, ricadano principalmente sulle aree interne e sulla Marsica. “Non è casuale un che i sindaci interessati da questi tagli siano sul piede di guerra”, aggiunge Rolandi, “poiché l’eliminazione di tali servizi, in alcuni casi, determinerebbe l’isolamento di alcuni territori o nella migliore delle ipotesi un servizio scadente in termini qualitativo e quantitativo. Analogamente sul sistema tariffario la nostra Regione è tuttora ancorata a un progetto di unificazione tariffaria (peraltro solo su gomma) che risale a più di dieci anni fa, ma soprattutto incide, (e quindi agevola) esclusivamente l’area metropolitana Chieti Pescara e con essa solo una parte dei cittadini abruzzesi quelli che peraltro già dispongono di maggiori servizi in termini quantitativi e qualitativi”. Bocciata senza appello la linea dei tagli programmati dalla Regione, il segretario della Filt-Cgil Abruzzo, passa al capitolo privatizzazione. “Con i sub-affidamenti ipotizzati dalla Regione Abruzzo”, aggiunge Rolandi, “si vuole mettere in atto ciò che non era riuscito al Governo Chiodi: privatizzare il servizio di trasporto pubblico locale. Un aspetto che ci trova decisamente contrari e non solo per motivi prettamente ideologici. A questo si aggiunga la necessità che gli importanti collegamenti impropriamente definiti “commerciali” tra la Marsica e la Capitale, che vedono una straordinaria e costante presenza quotidiana di viaggiatori e pendolari, siano considerati dalla Regione alla stregua dei normali e contribuiti servizi di trasporto pubblico locale. E’ del tutto irrazionale che si vogliano privatizzare servizi di trasporto pubblico locale o in aggiunta i servizi commerciali da e verso la capitale per poi continuare, come nel caso della Sangritana, a gestire servizi turistici e di noleggio attingendo dalle risorse, sempre più scarse, destinate al trasporto pubblico locale”.
Insomma, molte cose non quadrano per la Filt Cgil che vede due pesi e due misure nel piano di riorganizzazione, dove ci sono territori che pagano pegno ed altri che ottengono benefici, come ad esempio “le recenti assunzioni senza concorso alla Sangritana”, conclude il segretario della Filt-Cgil Abruzzo, “o i tentativi, fortunatamente bloccati in extremis, di effettuare ennesime promozioni di amici e parenti a ridosso della nascita di TUA e altre inopportune situazioni che attengono la società con sede a Lanciano, alla quale è stata preservata l’assegnazione della divisione ferroviaria, che meriterebbero una maggiore attenzione e una maggiore richiesta di rigore, che poi costituiscono la base per un’equità di trattamento nella gestione dei territori e dei cittadini abruzzesi, da parte di chi sta seguendo politicamente l’aggregazione delle tre aziende regionali, ovvero il Sottosegretario Camillo D’Alessandro”. Insomma, un riordino non proprio equilibrato dove la Marsica appare sempre più un agnello sacrificale, mentre si registra il silenzio assordante della stragrande maggioranza dei consiglieri regionali del territorio.
Mobilità a rischio, scatta lo sciopero il 21 luglio
Marsica – Al via la stagione della lotta nel comprensorio della Marsica per difendere un diritto sacrosanto: la mobilità a misura umana. La forma estrema di protesta, sciopero di 4 ore il 21 luglio (dalle 6.30 alle 10.30) decisa in forma unitaria dalle Rsa della sede di Avezzano rappresenta una risposta secca ai tanti disservizi aggravati dal piano di tagli messo in cantiere dalla nuova società Tua, con bersaglio privilegiato la Marsica: qui, infatti, sono concentrati i maggiori sacrifici in termini di chilometri tagliati, quindi servizi bus, che sfiorano un terzo del totale regionale: 383mila chilometri su 1milione e 300mila.
“Quel piano, o meglio quella bozza”, affermano le Rsa, “è irricevibile per la Marsica poiché riporterebbe il servizio di trasporti all’anno zero”. Consci del pericolo, quindi, i rappresentanti dei lavoratori mostrano i muscoli, concedendo però un congruo preavviso per consentire alla politica locale e regionale di svolgere il proprio ruolo a difesa della mobilità del territorio, ovvero a fare in modo che l’impegno assunto dal sottosegretario alla Presidenza della Regione, Camillo D’Alessandro, ovvero confrontare la bozza del piano industriale con i sindaci diventi realtà. Finora, però, nei Municipi della Marsica il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti ha girato una mail contenente soltanto gli orari “delle decine e decine di corse “oggetto di integrazione con il ferro”, ovvero destinate a scomparire. Il consigliere-sindaco di Sante Marie, comunque, annuncia l’intenzione di voler “convocare a breve, un nuovo incontro dove definire, insieme, una proposta concreta in merito all’offerta del servizio che la società “TUA” dovrà garantire per la mobilità del nostro territorio”.
Una partita molto delicata e importante dove assume particolare rilevanza il discorso integrazione ferro-gomma poiché in numerosi centri il trenino passa molto lontano dalle aree urbane: la cancellazione delle corse bus spingerà centinaia di viaggiatori, studenti e lavoratori in primis, verso la strada ferrata, quindi oltre al servizio a pettine annunciato dal direttore Montanaro occorrerà coinvolgere le ferrovie per aumentare il numero dei vagoni. Ma come disse D’Alessandro bisogna fare presto, quindi le trattative in sede regionale vanno avanti, seppur su tavoli separati, mentre nei Municipi della Marsica a un paio di settimane da quell’incontro sono arrivati solo gli elenchi delle corse in via di estinzione e una pia intenzione.