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Data: 03/07/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ancora disagi su metro e Roma-Lido. Aggredita un’addetta alla biglietteria

Metro e ferrovie di Roma rallentate più del solito. Disagi sulla Roma-Lido e Roma-Viterbo e alla stazione Ottaviano aggredita una addetta alla biglietteria. Insomma ancora una giornata di passione per gli utenti del trasporto pubblico. E sul litorale monta la rabbia: passaggi allungati fino a mezz’ora d’attesa e ben tre stazioni, quelle balneari, chiuse per mezza giornata. Da mezzogiorno e mezzo, infatti, è stata disposta la chiusura delle stazioni Cristoforo Colombo, Castel Fusano e Stella Polare ovvero delle fermate a servizio delle spiagge. Al posto dei treni, il collegamento è stato effettuato da bus-navetta che hanno viaggiato ad una frequenza compresa tra venti minuti e mezz’ora. «E’ una vergogna - tuona Catia Iori, presidente della Pro Loco di Ostia - parliamo di Giubileo, di Olimpiadi, di Stadio lungo questa linea e di altre meraviglie quando persino il turismo spicciolo, quello del mare mordi e fuggi, viene ostacolato da servizi di trasporto inutilizzabili».
I PENDOLARI
Non meno disastroso il viaggio lungo i 27 km di tratta, con partenze rallentate e corse saltate. «Ci sono pochi treni in linea ma non deve essere un nostro problema - tuona Alessandro Meta del comitato pendolari Aciliasud 2000 - Dobbiamo subire una condizione da terzo mondo. Si viaggia con treni sigillati e senza aria condizionata, con partenze anche ogni 45, 50 minuti: siamo trattati peggio delle bestie. E pensare che avevano promesso dal primo luglio nuovi treni climatizzati e servizio migliorato per l’estate». A far precipitare la situazione ci sarebbe l’atteggiamento rigoroso dei macchinisti che applicano alla lettera il regolamento d’esercizio e quindi si rifiutano di assumersi la responsabilità di mettere in linea convogli che non sono in piena efficienza.
L’AGGRESSIONE
Ci sarebbe una discussione per un abbonamento sfociata con accuse di razzismo dietro l’aggressione verbale a un’operatrice di biglietteria in servizio alla stazione metro A Ottaviano. Da una prima ricostruzione, sembra che tutto sia nato intorno alle 10.30 quando un cittadino del Mali, un rifugiato con i documenti in regola, non è riuscito ad entrare in metro con il suo abbonamento, non funzionante o forse scaduto. L’immigrato ha telefonato a un assistente sociale per chiedergli aiuto. Al suo arrivo l’uomo avrebbe iniziato a discutere con la dipendente accusandola anche di essere razzista. Durante la lite la donna si è sentita male, ma poi avrebbe rifiutato l’ambulanza. Sul posto è intervenuta la polizia. La lavoratrice si sarebbe riservata di presentare querela. «È intollerabile l’uso della violenza, fisica o verbale contro lavoratori - spiegano da Atac - che ogni giorno contribuiscono in maniera fattiva al funzionamento della mobilità cittadina». Intanto i sindacati puntano il dito contro l’azienda: «È inaccettabile - spiega Paolo Ventura, segretario Fast Confsal Lazio - che ogni volta che si verificano dei disguidi, l’Atac cerchi di scaricare le responsabilità sul personale, senza mai avere il coraggio di ammettere i propri errori. Si tratta di un comportamento che non fa altro che allontanare il recupero di un rapporto fiduciario nelle relazioni industriali, di cui un’azienda in queste condizioni avrebbe invece estremo bisogno». E c’è chi aggiunge: «Si è ricorsi finanche a redigere un nuovo “Manuale dell’Operatore di Esercizio” - tuona Michele Frullo, dell’Usb - su cui abbiamo presentato un esposto alle autorità competenti, che obbliga gli autisti a violare il codice della strada in presenza di anomalie nelle vetture, a discapito della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Una situazione inaccettabile».

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