L’AQUILA L’importante era far soldi grazie al gossip. E se non si fa il film sulla love story di Chiodi lo si può fare su quella della Pezzopane. Questo e altro scaturisce dagli atti dell’indagine che vede sotto accusa per tentata estorsione ai due politici quattro persone assai addentrate nel mondo dello spettacolo: Gianfranco Marrocchi, Giovanni Volpe, Raimondo Onesta, Marco Minnucci. E proprio da un interrogatorio di Minnucci scaturisce la curiosità. «Marrocchi mi chiese», riferisce il sospettato alla polizia, «se poteva dare il mio numero a Volpe che era intenzionato a fare un film sulla storia della Pezzopane con Coccia Colaiuta. Io gli risposi di sì. Volpe mi chiamò e io gli dissi che se il film si fosse fatto me ne sarei occupato qualora fosse stato degno di nota». SEXY BARISTA. Sta di fatto che la Pezzopane era più che mai nel mirino ma lo strumento era Coccia Colaiuta. Per questo era stato organizzato ad arte un incontro con un’avvenente sexy barista (che si presta al gioco non sapendo del presunto ricatto) tale Sue Ellen Pazzaglia. Marrocchi dice parlando dell’incontro: «Lui viene e li facciamo incontrare. E così demoliamo pure lei, capito? Lei si fa tanta pubblicità, ma noi la demoliamo». Secondo la polizia «è chiaro il tentativo di danneggiare la senatrice tramite il fidanzato». ANGELO CUSTODE. Marrocchi è indagato per tentata estorsione nei riguardi della senatrice ma gli si offrì, stando agli atti come «angelo custode». Era un raggiro. Pochi giorni prima della pubblicazione di un articolo su Libero la senatrice venne contattata da Marrocchi per presentarle unprogetto e l’incontro si tenne nel bar Oro Nero di via Strinella. Marrocchi le illustrò le sue problematiche non celando necessità di lavoro offrendosi come «angelo custode». Non solo. Ebbe modo anche di inviarle degli sms con contenuti ben chiari: «Stai tranquilla che ti proteggo io. Le loro prossime mosse le blocchiamo sul nascere. Non ti scordare di me». CENTRODESTRA. Lo stesso Marrocchi avrebbe poi detto allaPezzopane che gli atti denigratori nei suoi confronti sarebbero volute da esponenti del centrodestra e ne indica anche uno. Ma secondo la senatrice il comportamento di Marrocchi era finalizzato solo a carpire la sua fiducia e nulla più. «Alla luce di queste circostanze», afferma nella denuncia dalla quale si capisce che ha mangiato la foglia, «credo che ci siano dei collegamenti tra Minnucci, Marrocchi e altre persone». CHIODI E BILANCI. Non solo dossieraggi mirati contro Chiodima anche un’altra minaccia. Quella di inoltrare alla magistratura informazioni, non si sa bene se credibili o meno, su presunte distrazioni di somme dal bilancio regionale. Un ricatto davvero pesante in quanto minacciato sotto elezioni. MINACCE. Lo stesso Chiodi, ascoltato come persona informata sui fatti, disse agli investigatori di avere ricevuto minacce non attribuibili, sia chiaro,agli indagati. «Durante il mio mandato», disse, «ho ricevuto minacce anonime in due occasioni: mi è stato riferito che erano arrivati dei messaggi con proiettili, uno pervenuto all’assessorato regionale alla sanità di Pescara e l’altro al comune di Pescara. In entrambi i casi so che sono intervenute leforze dell’ordine. Ma non ho mai pensato che fosse a rischio la mia incolumità».