ROMA «Da domani, grazie a questo bel “No” chiameremo i nostri partner per trovare un terreno comune. In questi cinque mesi i nostri creditori hanno rifiutato ogni proposta di discussione. Volevano umiliarci, ma i greci hanno detto un coraggioso “No” a cinque anni di ipocrisia e austerità». Lo spoglio delle sezioni è ancora a metà, ma il risultato è già chiaro, quando alle 21,30 il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis si presenta in tv per dichiarare che la linea del premier Alexis Tsipras, ha vinto. Il referendum su cui 10 milioni di greci ieri sono stati chiamati a rispondere “No” o “Sì” alla proposta presentata dalla Commissione Europea, la Bce e il Fondo monetario si chiuderà ore dopo con una vittoria che non lascia dubbi: il 61% dei greci ha detto “Oxi” ossia “No” ad un accordo che non preveda oltre al piano di riforme, anche la rinegoziazione del debito ma sì all’Europa e all’euro. La Grecia vuole rimanere in Europa e non sta valutando l’ipotesi di stampare una “valuta parallela”. Escono sconfitti Nea Democratia e il Pasok che avevano chiesto di votare “Nea” ossia “Sì” all’accordo presentato dai creditori per uscire presto dall’incubo del default. Si sono fermati al 39%. E ieri il leader di Nea Democratia, l’ex premier Antonis Samaras si è dimesso. Sarà dunque sempre Alexis Tsipras, leader di Syriza che governa la Grecia da 161 giorni, forte di un nuovo mandato degli elettori ottenuto dalla vittoria del referendum, a sedersi al tavolo delle trattative, se ci saranno. Per condurre il suo popolo fuori da una crisi che dal 30 giugno (la scadenza della rata non pagata all’Fmi di 1,2 miliardi di euro) si fa sempre più drammatica. Con le banche che riaprono dopo una settimana e le code ai bancomat per prelevare 60 euro al giorno, la ripresa dei colloqui con Bruxelles non sarà né semplice né indolore. I rischi sono enormi e i greci cercano di tornare alla normalità domandosi “adesso cosa accadrà?”. In uno scenario di incertezza, le riunioni sono iniziate dopo la chiusura delle urne per mettere in sicurezza il paese. Nella notte, mentre le piazze si riempivano delle bandiere rosse di Syriza, Varoufakis e il Governatore della Banca centrale di Grecia Yannis Stournaras convocavano i rappresentanti dei principali istituti finanziari del paese. La prima preoccupazione del governo riguarda la liquidità finanziaria che dopo questa settimana è agli sgoccioli: è assicurata con 1 miliardo di euro fino a questa sera. Oggi la Banca centrale greca presenterà ufficialmente la richiesta di liquidità di emergenza alla Bce. La richiesta sarebbe sul tavolo di Mario Draghi che aveva già convocato per questa mattina un board, un vertice dell’istituzione finanziaria a Francoforte. Il banchiere Benoit Coeuré membro francese del board lascia aperta una porta: «La Bce ha già chiarito che se si dovrà fare di più, faremo di più. Troveremo gli strumenti necessari». In realtà questi strumenti sono stati già creati per affrontare lo choc della crisi greca con i mercati e le borse aperte. Da Francoforte a Bruxelles. L’Euro Working Group, gli sherpa dell’Eurozona si riuniscono questa mattina per fare il punto della situazione alla luce dei risultati del referendum. La cancelliera Angela Merkel, il cui governo non esclude il Grexit, nelle stesse ore incontrerà Francois Hollande. Sulla crisi greca Germania e Francia non hanno una posizione allineata. Hollande, che ieri ha sentito al telefono Tsipras, punta perché si riprenda al più presto un dialogo. Così come il premier italiano. «Da oggi dobbiamo tornare intorno ad un tavolo e parlare di crescita» ha annunciato Matteo Renzi che oggi riceverà il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan a Palazzo Chigi. Nel frattempo, in Grecia sono state prese subito misure eccezionali. Per evitare un’ulteriore emorragia di capitali, gli istituti di credito oggi non daranno la possibilità ai titolari delle cassette di sicurezza di portar via denaro contante. Tutto dipenderà comunque dalle decisioni della Bce. Il portavoce del governo di Tsipras, Gabriel Sakellaridis ha annunciato che «ora siamo pronti a chiudere il negoziato nel giro di 48 ore». Euclid Tsakalotos, uno dei principali negoziatori greci nelle trattative con la troika ha anticipato le linee guida della strategia greca che si poggeranno su due pilastri: il dossier del Fondo Monetario Internazionale che riconosce che il debito greco è insostenibile e che servono almeno 50 miliardi di euro per ricoprire le necessità finanziarie immediate. La parola spetta ora all’Europa.