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Pescara, 07/07/2025
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Data: 26/07/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac/4 «Atac, ai privati almeno il 51% ora serve una giunta più forte». Per gli industriali «il partner dell’azienda dei trasporti dovrà avere la maggioranza».

Giusta la privatizzazione dell’Atac, ma il nuovo partner dovrà avere la maggioranza. E a Roma serve una giunta coesa e competente, altrimenti meglio andare a votare. Queste due affermazioni sono di Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria. Sulla necessità di aprire ai privati aveva già parlato in passato, alla luce della situazione disastrosa delle municipalizzate. Stirpe è intervenuto all’indomani della decisione del sindaco di azzerare il cda di Atac.
SVOLTA
Ha spiegato il presidente di Unindustria all’Adnkronos: «Ritengo che un partner privato che assuma la minoranza non sia una condizione prospettabile. Serve un partner privato che assuma la maggioranza, anche sotto il controllo pubblico che non deve rinunciare alle sue prerogative». In Campidoglio fino ad oggi è stata ventilata l’ipotesi di un azionista privato che resti sotto il cinquanta per cento. Secondo il numero uno di Unindustria, però, questa mossa sarebbe inefficace, perché non darebbe quella spinta innovatrice e risanatrice di cui ha bisogno l’Atac. «Il privato deve essere messo nella condizione di esprimere tutto il suo potenziale. Un partner al quaranta per cento che deve soggiacere all'impostazione del pubblico, senza possibilità di interagire o facendolo in modo limitato, rischia di non ottenere un buon risultato». Quale privato sarebbe disponibile ad investire in Atac se poi alla guida resterà comunque il soggetto pubblico che in questi anni ha creato il profondo rosso? Osserva Stirpe: «La situazione di Atac è ben nota: basta andare a scorrere la rassegna stampa degli ultimi due-tre anni e guardare come abbiamo sempre prospettato la necessità di un forte processo di privatizzazione per l’azienda e i servizi pubblici fondamentali».
IL TEAM
Ma le preoccupazioni degli industriali romani vanno oltre la drammatica situazione dell’Atac. C’è il tema più generale dell’efficacia dell’azione di governo del Campidoglio. E su questo Stirpe attacca: serve una giunta maggiormente coesa, non invochiamo le elezioni, ma se non si riesce a raggiungere l’obiettivo di un governo della città efficace, meglio tornare alle urne. Il presidente degli industriali: «La situazione ci preoccupa e di questo il sindaco è ben consapevole. È arrivato il tempo in cui serve una squadra coesa, che abbia quella tensione morale e quelle competenze necessarie per farci uscire da questa impasse. Se ci sono le condizioni per governare, occorre governare perché è semplice, ogni volta che ci si trova in condizione di difficoltà, invocare il ricorso alle elezioni. In altri termini: se ci sono le condizioni politiche per governare e una squadra che vuole il rilancio di questa città e che ha le competenze occorrenti, penso si debba andare avanti perché governare è un dovere, altrimenti è giusto fermarsi e andare a nuove elezioni».
L’ALLARME
Infine Maurizio Stirpe respinge al mittente la cartolina del New York Times che attacca la Capitale per il degrado e i servizi disastrosi: «Roma è una grande vetrina per il nostro Paese e se la vetrina non lascia trasparire le qualità a rischiare non è solo questa città, ma tutto il Paese. Noi cerchiamo quotidianamente di sfatare e smentire i luoghi comuni che si stanno materializzando, anche in modo molto superficiale, su Roma». Stirpe invita però ad andare oltre al pessimismo della stampa straniera che vuole dare lezioni alla Capitale: «Roma non è quello che si vuole far apparire, ha problemi complessi e importanti alcuni dei quali molto datati, ma ritengo che la città abbia le potenzialità e tutti gli strumenti per riemergere».

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