ROSETO Tommaso Ginoble è nato regista. Nel basket, dove era un grandissimo difensore dotato di contropiede fulminante, nonostante la poca voglia di allenarsi. Oggi l'onorevole rosetano del Pd è rimasto un playmaker, capace di smazzare assist e dettare linee di passaggio. Anche in Regione, sia ai suoi pretoriani Luciano Monticelli e Sandro Mariani sia ad altri, ghiotti dei frutti del suo intuito politico. Così, quando sente, seduto all'ombra nella sua Roseto, della nomina del consigliere di Abruzzo Civico Andrea Gerosolimo ad assessore, chiosa: "Un riconoscimento a un alleato che ha eletto due consiglieri". Nomina pacificatrice o possibile miccia per l’attuale guerriglia a bassa intensità in atto nel Pd?
"Un rasserenamento del quadro politico, anche se i problemi sul tappeto restano e meritano soluzioni".
Niente appetiti politici, dunque, in vista delle prossime elezioni politiche? "Ho l'impressone che la corsa alle politiche sia iniziata con largo anticipo, essendo convinto che il governo Renzi ha bisogno di almeno altri due o tre anni per poter vedere completate le riforme. Che qualcuno però ci stia pensando, può essere motivo di alcuni nervosismi che interessano anche il quadro regionale".
Ecco appunto: che ne pensa di D’Alfonso, come si sta muovendo?
"Conosco Luciano da tantissimi anni: lavoratore eccezionale e persona di grande intelligenza. Ha ereditato una situazione difficile, per questo a oggi ho un giudizio positivo. Se un consiglio posso dargli è quello di continuare ancora di più sulle riforme e, soprattutto, avere maggiore attenzione per le parti più deboli del nostro Abruzzo. La politica deve riequilibrare la società guardando a quelli più in difficoltà, perché chi è forte si difende da solo".
Ma come, Monticelli sull’Aventino non è un su «fedelissimo»?
"Credo che stia chiedendo maggiore attenzione al territorio teramano, che rischia una marginalizzazione schiacciato fra il centro che è Pescara-Chieti e il capoluogo che è L'Aquila. La provincia di Teramo corre dunque il rischio, anche nell'ambito delle riforme che porteranno via dal territorio importanti presidi, di prestare il fianco a infiltrazioni malavitose e mafiose, che prosperano laddove ci sono povertà e recessione. Ecco, io credo che Monticelli stia combattendo affinché il teramano non scivoli su una china molto pericolosa".
La ricetta dunque per uscire dall'impasse estiva regionale?
"I problemi politici non si risolvono con gli schemi, ma con la politica e cioè comprendendo i disagi e risolvendoli, agendo con la diligenza del buon padre di famiglia".
Mescolando il quadro nazionale con quello regionale è d'obbligo parlare delle contestazioni abruzzesi a Renzi e della sua uscita infelice sul Teramo Calcio.
"Credo sia stata una battuta priva di cattiveria. Piuttosto, spero che la giustizia sportiva si renda conto che sta trattando il Teramo in maniera incomprensibilmente draconiana. Per questo spero che il secondo grado di giudizio torni a dare verità e giustizia alla squadra".
Ma Tommaso Ginoble nel futuro ripunta al Parlamento?
"Siamo a metà della mia seconda legislatura, che mi piacerebe terminare. Mi sento ancora fresco dal punto di vista politico e ho grande voglia di impegnarmi per la comunità. Vedremo se ci saranno le condizioni per continuare. Al momento, sono anche impegnato a riconquistare la mia città".