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Pescara, 07/07/2025
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Data: 12/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Prefettura di Teramo, non resterà alcun sportello. I 60 dipendenti già rassegnati a ricollocarsi altrove. Ma il decreto deve passare in consiglio dei ministri e Parlamento. In questura e tra i vigili del fuoco c’è la convinzione che tutto rimarrà uguale. Del resto gli organici sono già ridotti ai minimi termini

TERAMO Via in un colpo solo prefettura, questura e comando dei vigili del fuoco da Teramo? Lo scenario che si profila è questo, e anche a breve scadenza (31 dicembre 2016). Intanto, però, chiariamo subito che nero su bianco c’è, al momento, un decreto del presidente della Repubblica che contiene il regolamento di riorganizzazione del ministero dell’Interno. È uno schema che dovrà essere portato prima all’attenzione del consiglio dei ministri e poi a quella del Parlamento. Insomma: nulla di definitivo, se ne discuterà in più sedi (anche quella sindacale, a partire dalle assemblee convocate il 22 in tutte le 23 sedi a rischio). Ma la strada del governo è tracciata da tempo, ed è quella di tagliare i pezzi di Stato che stanno in periferia. Difficile che Teramo possa scampare a questa scure, anche se un buon motivo per alzare la voce ce l’avrebbe, a differenza di Chieti “fagocitata” dai vicini pescaresi: il territorio e l’economia teramani sono molto diversi da quelli dell’Aquila, la città che dovrebbe guidare l’ambito territoriale di cui Teramo farebbe parte. È su questo (vedi articolo a fianco) che punta il sindaco Brucchi per lanciare una disperata battaglia anti-tagli. Intanto si registra una netta differenza tra l’aria che tira in prefettura e quella che tira in questura e tra i vigili del fuoco. Nel palazzo del governo la chiusura entro la fine del 2016, e l’accorpamento all’Aquila, vengono dati per certi. I 60 dipendenti già pensano a dove e come ricollocarsi. «Il personale è agitato», conferma il vice prefetto vicario Silvana D’Agostino, «ognuno pensa a come pianificherà il proprio futuro». Ma a Teramo, dell’attuale prefettura, non resterà proprio nulla? «A leggere il decreto nulla», risponde D’Agostino, «perché si dice che in alcune sedi con particolari esigenze rimarranno degli sportelli aperti, ma al massimo fino alla fine del 2017». Per il vicario del prefetto Valter Crudo «i presidi di sicurezza saranno impoveriti, visto che secondo il decreto ci trasciniamo questura e vigili del fuoco. E poi vogliamo parlare dell’importanza di certe funzioni della prefettura, vedi la gestione delle emergenze, il coordinamento delle forze di polizia e la mediazione in caso di conflitti istituzionali e sindacali? In generale è il caso di chiedersi cosa sarà in futuro la provincia, visto che i confini reali saranno quelli dell’ambito L’Aquila-Teramo». Il “trascinamento” di cui parla Silvana D’Agostino (e non solo lei: ai sindacati e ai giornali nazionali risulta la tessa cosa), però, non viene dato affatto per scontato negli ambienti della polizia e dei vigili del fuoco. Secondo queste correnti di pensiero la questura – il cui organico attuale, compreso il commissariato di Atri, è di 180 poliziotti e 28 civili – resterebbe anche a prefettura chiusa, avendo una specifica competenza sulla sicurezza del territorio; e per i vigili del fuoco – che sono 180 anch’essi – non cambierebbe nulla se non che non ci sarebbe più un comandante provinciale. Una cosa è certa: è difficile pensare che lo Stato, per quanto deciso a tagliare i propri pezzi, lasci un territorio di 47 comuni e oltre 300mila abitanti con meno poliziotti e meno vigili del fuoco di quelli – già pochi – che ci sono ora. È di due giorni fa una nota del Conapo, sindacato dei vigili del fuoco, che parla di personale del Corpo ovunque sotto organico, mal retribuito, con un’età media alta (50 anni) e demotivato, e a proposito di Teramo evidenzia «carenze rispetto alla pianta organica prevista tanto da avere nel turno di servizio solo tre squadre operative sull’intero territorio provinciale». Insomma, consoliamoci: per certi servizi qui siamo già ai minimi termini, sarà quasi impossibile che ci taglino ancora.

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