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Data: 06/10/2015
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Air France, lavoratori inferociti per i tagli: manager in fuga. Caos e proteste durante il Cda, che è stato interrotto. I dipendenti aggrediscono i dirigenti. Camicie strappate e fuga: sette feriti, grave un addetto alla vigilanza Video Foto

Momenti di vera tensione lunedì mattina a Parigi, mentre era in corso la riunione del consiglio d’amministrazione di Air France e dopo che si sono rotte le trattative coi sindacati sul piano industriale che prevede 2.900 esuberi. Centinaia di dipendenti inferociti hanno invaso la sede della compagnia aerea a Roissy-en-France e hanno aggredito i dirigenti costringendoli alla fuga. Tra questi Pierre Plissonnier, il direttore generale, e il vicedirettore delle risorse umane Xavier Broseta, ai quali è stata anche strappata la camicia. «Salvo» l’amministratore delegato Frédéric Gagey, che aveva già lasciato la stanza. In totale, sette persone sono rimaste ferite. Tra queste, un agente di sicurezza ricoverato in coma, poi risvegliatosi ma tuttora in ospedale.

«Violenza aggravata», Valls: «Scandalizzato»

La direzione dell’aviolinea presenterà una denuncia per «violenza aggravata». La compagnia ha voluto comunque sottolineare come gli aggressori fossero «individui isolati particolarmente violenti» e questo «mentre la manifestazione dei dipendenti in sciopero si svolgeva fino a quel momento serenamente». Il premier Manuel Valls si è detto «scandalizzato», esprimendo tutto il suo «sostegno» alla direzione e ha espresso «tutto il suo sostegno» alla direzione del gruppo. La situazione dell’azienda è «difficile», ha detto il primo ministro, «ma ciò non giustifica mai tali comportamenti». Lo Stato francese è azionista della compagnia Air France-Klm per il 17,5% delle azioni.

Trattativa arenata sulle ore di volo

Il taglio dei 2.900 posti di lavoro tra il 2016 e il 2017 era stato preannunciato venerdì scorso come effetto della rottura dei negoziati per migliorare la produttività. Ai piloti, ha spiegato l’azienda, era stato chiesto, a parità di salario, un centinaio di ore di volo in più all’anno, un accordo simile a quello raggiunto da Klm con i suoi dipendenti. I sindacati ritengono invece che i posti a rischio sarebbero 4.900.
Il management ha indicato un taglio di 300 piloti, 900 hostess e steward e 1.700 effettivi di terra a fronte dei circa 64.000 impiegati attuali. Il criterio sarebbe quello della volontarietà ma, come scrive Bfm, non è escluso che per la prima volta da 22 anni Air France debba procedere a licenziamenti secchi.
La necessità di tagliare il personale deriva dal piano di risparmio su rotte a lungo raggio e velivoli. Sono infatti previsti: la dismissione di 14 Airbus A340, portando la flotta a 93 aerei; la cancellazione dell’ordine di 25 nuovi Dreamliner (in particolare 19 Boeing 787-9 e sei 787-10) per un risparmio da 200 milioni; la riduzione di 35 voli settimanali; la chiusura totale delle cinque tratte meno proficue, prevalentemente in Asia e in Medio Oriente.

Esuberi dopo la rinuncia al progetto low cost

Air France-Klm lo scorso anno aveva annunciato il piano «Perform 2020», che prevedeva un incremento nel prossimo quinquennio delle tratte a lungo raggio affidandosi per le rotte domestiche alla filiale regionale Hop! e per quelle a breve raggio alla low cost olandese Transavia (che avrebbe più che raddoppiato la sua flotta), oltre al miglioramento dei servizi di bordo per il passeggero. Questo piano era stato respinto dai piloti francesi, in parte per il timore del peggioramento delle condizioni contrattuali, visto che Transavia avrebbe assunto nuovi equipaggi con accordi poco onerosi. Uno sciopero di 10 giorni aveva costretto l’azienda a ritirare il progetto.

Obiettivo: riportare i conti in attivo

L’impatto dello sciopero, e dell’aborto di «Perform 2020» è stato pesante: circa 500 milioni di euro in meno nel risultato operativo, passato così da un potenziale di oltre 300 milioni a un rosso di 129 milioni, tradotto in una perdita netta di 198 milioni. Air France-Klm si è comunque prefissata l’obiettivo di riportare i conti in nero nel 2015 con un piano «alternativo»: accelerando gli sforzi di riduzione del costo unitario dell’1,5% annuo per tre anni e proseguendo il «lavoro sulla produttività» e il costo del personale. Appunto, il tentativo di correggere l’orario di lavoro respinto dai piloti (ma siglato mesi fa dai sindacalisti del personale di terra) , che ha portato all’annuncio di nuovi tagli.

Ritardi, niente cancellazioni

La giornata era iniziata con una normale agitazione dei piloti e del personale di terra della compagnia di bandiera transalpina. La compagnia prevedeva comunque di non annullare voli, ma avvertiva di possibili ritardi, in particolare ai banchi dei check in.

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