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Pescara, 17/07/2025
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Data: 13/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
L’Udu: università a rischio, gli iscritti sono scesi a 6mila. L’organizzazione accusa la città: non ha saputo valorizzarla. La proposta: va creata subito una federazione regionale. Gatti: con D’Alfonso sta andando tutto verso Pescara

TERAMO «L'ateneo teramano è borderline». L'Udu (unione degli universitari) interviene così nel dibattito sul futuro assetto dell'università e della storica falcoltà di Giurisprudenza, per la quale sono emerse ipotesi – seppure raffreddare dal rettore Luciano D'Amico – di parziale spostamento a Pescara. Per la rappresentanza studentesca il dato più preoccupante è il drastico calo degli iscritti. La progressiva diminuzione «troppo a lungo nascosta dalla governance di ateneo dietro falsi numeri», secondo Andrea Core dell'esecutivo nazionale dell'Udu, ha portato l'università alla soglia critica dei seimila studenti che rischia di pregiudicarne la sopravvivenza. «La comunità teramana tutta, politica e non, ha la grave responsabilità di non aver saputo valorizzare l’ateneo», osserva il rappresentante dell'organizzazione studentesca, «sia per l’apporto che poteva dare all’economia del territorio, sia per la crescita culturale e non solo che avrebbe dovuto apportare». A detta di Core, che in questa considerazione è sulla stessa lunghezza d’onda del rettore, «gli studenti sono stati percepiti troppo spesso come un corpo estraneo e non come un valore aggiunto, finendo con l’essere eccessivamente marginalizzati dal contesto cittadino». Di conseguenza, sempre secondo l'esponente dell'esecutivo nazionale dell'Udu, «ci si sta interessando all’ateneo solo nel momento in cui c’è sempre più forte il rischio di perderlo». Nel dibattito innescato sulla possibile apertura di una succursale pescarese di Giurisprudenza, che avrebbe smembrato o sdoppiato lo storico corso di laurea teramano, a detta di Core «sono prevalsi interessi personali o semplice campanilismo». Il rappresentante dell'Udu, dunque, allarga lo sguardo all'intero sistema universitario abruzzese. «E' evidente come, a causa del peggiorare delle condizioni economiche e della drastica diminuzione di iscritti agli atenei», sottolinea, «l'Abruzzo non può più “permettersi” tre università e quindi ben venga una riorganizzazione che guardi ad un modello di federazione». Core, però, ricorda che esiste già una succursale di Giurisprudenza ad Avezzano, per cui sarebbe «surreale» aprirne un'altra a Pescara. «È necessario rivedere, appunto, il sistema nel suo complesso», sottolinea Core, «tenendo ben presente come Teramo abbia il vantaggio di avere cinque facoltà uniche in Abruzzo e che quindi dovrebbero essere preservate». Secondo l'esponente dell'Unione degli studenti, comunque, «è prioritario che ogni processo che vada ad interessare il mondo accademico abruzzese veda coinvolti gli studenti ad ogni livello possibile: è impossibile fare passi in avanti prescindendo da una vera discussione con chi vive le università quotidianamente».

Gatti: con D’Alfonso sta andando tutto verso Pescara

TERAMO Alla serie di prese di posizione sull’ipotesi di una succursale di Giurisprudenza a Pescara si aggiunge quella del consigliere regionale Paolo Gatti, che ieri ha dichiarato a Teleponte: «Avendo fatto cinque anni e mezzo l'assessore regionale all’istruzione, mi chiedo perché si parli di questa succursale. C'è un calo d'iscrizioni a Giurisprudenza, è vero, ma avviene in tutta Italia; magari non c'è più l’appeal della facoltà che c’era anni fa e un po' manca anche quello della città, ma delocalizzare a Pescara non ha senso». Da Gatti arriva poi una considerazione politica riferita all’attuale governo regionale: «La Regione deve avere un ruolo di guida, non è un caso che negli ultimi cinque anni questo discorso non abbia fatto capolino e adesso invece sì. Noto che in questi ultimi mesi si va verso Pescara da tutti i punti di vista, in tutti i settori. L'attenzione verso Teramo è calata e forse c'è anche del revanscismo e del risentimento verso Teramo, ma non si fa politica così».

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