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Pescara, 17/07/2025
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Data: 14/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manovra, il tetto per i pagamenti in contanti sale a 3 mila euro. La misura sarà nella legge di Stabilità per adeguare la soglia alla media Ue. Obiettivo: rilanciare i consumi, lotta all’evasione con altre armi. Ma è polemica, Bersani: «Un aiuto agli evasori»

ROMA Il governo alzerà il limite dell’uso del contate. La soglia sarà portata dagli attuali mille euro fino a tremila euro. Ad annunciarlo ieri è stato direttamente Matteo Renzi. «È un modo», ha spiegato il premier, «per aiutare i consumi» e dire «basta al terrore», sapendo che quei soldi «sono comunque tracciati». Il tetto dei mille euro era stato imposto dal governo Monti nel 2011, nell’ambito del suo provvedimento più famoso, il Salva-Italia, lo stesso che ha introdotto la riforma Fornero delle pensioni e reintrodotta la tassa su tutte le prime case, aumentando notevolmente anche quella sulle seconde abitazioni. Nella manovra finanziaria di Monti, il limite era stato prima portato da 12.500 a 2.500 euro e poi ribassato ulteriormente a mille euro. Il divieto di trasferire denaro contante oltre questa soglia è stato imposto per i pagamenti a qualsiasi titolo, sia per i privati che per le pubbliche amministrazioni. Dalla metà del 2012 anche le pensioni e gli stipendi superiori alla soglia non possono essere più versati in contanti. L’unica eccezione è prevista per i pagamenti dei cittadini non appartenenti all’Unione europea, che possono effettuare pagamenti cash fino a 15 mila euro. Il tetto dei 3 mila euro è in linea con la media europea. In Spagna il tetto è di 2.500 euro, in Belgio di 3 mila, Germania, Austria e Slovenia, invece, non applicano nessun limite. La Francia aveva una soglia a tremila euro, ma di recente l’ha abbassata a 1.000 euro, stesso livello applicato dal Portogallo.
LE REAZIONI
La decisione annunciata da Renzi ha scatenato immediatamente reazioni politiche. Ad applaudire alla proposta è stata soprattutto la gamba destra delle coalizione di governo. Il Nuovo centro destra di Angelino Alfano ha subito messo il cappello sulla misura. «È una misura liberale», ha detto, aggiungendo che «il governo fa cose di centrodestra». Ma la frecciata più velenosa all’annuncio di Renzi è arrivata, ancora una volta, dall’ala sinistra del suo stesso partito. E questa volta per voce direttamente di Pierluigi Bersani, che ha bollato la misura come «un favore agli evasori». La proposta è stata invece accolta positivamente dai commercianti, mentre i consumatori si sono divisi. «Il turismo in Italia sarebbe tra i primi settori a beneficiare del provvedimento che innalza a 3.000 euro il limite per transazioni in contanti, qualora questo venisse adottato», ha commentato il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patanè. Innalzare il limite sull'utilizzo del denaro contante da 1.000 a 3.000 euro è una «doverosa semplificazione in favore di tutti i cittadini, che non avrà alcuna conseguenza sul fronte dell'evasione fiscale», ha fatto eco il Codacons. Sul fronte opposto ci sono invece Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente presidenti di Federconsumatori e Adusbef. «Troviamo del tutto immotivata e fuori luogo», hanno spiegato in una nota congiunta, «l’ipotesi di portare da mille a 3mila euro il limite per le operazioni in contanti. Invece di andare avanti torniamo indietro». Su tutt’altra linea la Confcommercio. «Con questa proposta», ha spiegato il presidente Carlo Sangalli, «si favorisce certamente l’attività economica delle nostre imprese, soprattutto quelle transfrontaliere, fino a oggi penalizzate, e si mette il nostro sistema imprenditoriale in grado di competere alla pari rispetto ai soggetti operanti negli altri paesi dell’Ue».
In Italia l’uso del contante è molti diffuso. L’82% delle transazioni effettuate nel Paese avvengono attraverso l’uso di denaro liquido, contro una media che nell’Unione europea si ferma al 60%.

Obiettivo: rilanciare i consumi, lotta all’evasione con altre armi.

ROMA Nelle parole di Matteo Renzi c’è tutta la filosofia dietro la scelta di innalzare la soglia per l’uso dei contanti da mille a tremila euro. Renzi innanzitutto ha spiegato che è «un modo per aiutare i consumi». E questo è il motivo che ha portato ad applaudire soprattutto i commercianti.
Qualcuno, come l’associazione via Montenapoleone, che rappresenta oltre 130 marchi del lusso presenti nel quadrilatero della moda milanese, ha stimato come il limite del contante abbia causato una perdita di 2 miliardi di giro d’affari in Italia ogni anno con la sola clientela nazionale. Ma in realtà la spinta dei consumi, pur essendo un obiettivo della misura, non è la principale ragione che sta dietro alla decisione del governo di rivedere la sua politica sull’uso del contante.
C’è un’altra motivazione. Più profonda, che ha a che fare con la stessa idea che il governo Renzi ha della lotta all’evasione. Il premier lo ha in qualche modo lasciato intendere. «L’evasione», ha detto, «la stiamo combattendo sul serio, ma non attuiamo la politica del terrore».
LA SCELTA
Cosa esattamente Renzi intenda, lo spiega bene Enrico Zanetti, il segretario di Scelta Civica, pungolo liberista nella coalizione che regge la maggioranza. «Questo governo», dice, «ha dato molti poteri al Fisco nella lotta all’evasione: dall’abolizione del segreto bancario, al potenziamento dell’anagrafe tributaria, fino alle norme sull’autoriciclaggio. Se però da un lato vengono aumentati i poteri di indagine», spiega, «dall’altro è necessario ridurre i vincoli burocratici per i contribuenti e per i cittadini, perché c’è meno bisogno di norme presuntive o basate su limiti quantitativi uguali per tutti». In questo starebbe insomma, il cambio di filosofia nella lotta all’evasione da parte del governo. Una spiegazione simile si ritrova anche nelle parole di un turbo-renziano come Ernesto Carbone, responsabile innovazione del Partito democratico. «Da quando c’è il governo Renzi», spiega, «sono stati recuperati soldi dalla Svizzera, dal Vaticano e dal Liechtenstein. Per combattere il nero, non servono», dice, «norme antiquate ma vanno utilizzati strumenti tecnologici moderni, a cominciare dall’incrocio dei dati e un uso sapiente delle banche dati».
La decisione di Renzi ha in realtà anche un’altra conseguenza. La marginalizzazione all’interno del governo dell’area che fa riferimento all’ex ministro delle finanze Vincenzo Visco, che fino a qualche mese fa era pure tra i consiglieri ascoltati da Renzi. Questa misura va esattamente nella direzione opposta a quelle promosse dall’ex ministro, che non a caso già qualche tempo fa si era scagliato contro l’ipotesi dell’aumento della soglia, bollandolo come un aiuto al riciclaggio.

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