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Pescara, 17/07/2025
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15/10/2015
Il Messaggero
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«Fori, tutti a piedi» Il blitz di Marino allarma Roma: bomba sul Giubileo Il sindaco dimissionario vuole vietare il transito anche a taxi e bus L’Agenzia per la mobilità: pesanti ricadute sul piano traffico in Centro. «Non c’è neanche il piano, rischiamo il caos Ignazio non pensi solo al suo testamento». |
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ROMA Per molti è l’ultima sfida in cui si vuole lanciare Ignazio Marino, prima di lasciare il Campidoglio e mollare il suo ufficio al commissario straordinario. Ma l’intenzione di pedonalizzare definitivamente l’intera via dei Fori Imperiali, su cui sta lavorando il sindaco-chirurgo, fa immediatamente partire un vespaio di polemiche. In primis sull’opportunità di una scelta così radicale, in termini di impatto sul traffico romano, presa da un primo cittadino dimissionario e attualmente in carica soltanto per l’ordinaria amministrazione. Ma anche sugli effetti negativi che avrebbe una rivoluzione adottata, in mancanza di adeguata sperimentazione, a ridosso di un evento come il Giubileo straordinario. Con le prevedibili conseguenze pesanti su trasporto pubblico e circolazione privata. LA MOBILITÀ Tanto che da ambienti istituzionali romani trapela la possibilità che il futuro commissario, vista proprio l’emergenza dettata dall’imminente avvio dell’Anno Santo, possa decidere di revocare a stretto giro la decisione che, nelle intenzioni di Marino, sarà ratificata in una delle ultime sedute della giunta capitolina. Forse già domani, anche se più di un assessore, a microfoni spenti, manifesta forti dubbi sull’opportunità di varare in extremis un provvedimento di tale portata. Il provvedimento viene bocciato anche da alcuni tecnici che si occupano della mobilità cittadina, perché comporterebbe la deviazione di sette linee di autobus, destinate tutte a intasare le strade comprese tra il Colosseo e il Circo Massimo, peraltro in assenza della prevista realizzazione di una linea tranviaria che avrebbe dovuto percorrere tutto l’asse dei Fori. IL PROGETTO Marino in questi ultimi giorni del suo mandato, chiuso nel fortino di Palazzo Senatorio, pensa ad accelerare sul suo progetto su via di Fori: sarebbe l’ultimo atto della sua amministrazione, così come il primo fu, nell’estate del 2013, la parziale chiusura al traffico della strada. Al momento via dei Fori Imperiali è off-limits solo per le auto e parzialmente per i taxi. Mentre i mezzi pubblici la percorrono integralmente. E a Palazzo Senatorio si stanno studiando le carte per capire come eliminare definitivamente taxi e bus. Proprio quest’ultimo tema, peraltro, crea i maggiori problemi, anche perché tutti questi mezzi andrebbero a riversarsi nelle vie circostanti. E già si registrano i malumori nei residenti dei quartieri a ridosso dei Fori: dal rione Monti all’Esquilino, gli abitanti del centro storico temono di «restare prigionieri a casa nostra, tra l’inquinamento e una circolazione che arriverebbe alla paralisi». LA POLEMICA La levata di scudi contro la chiusura totale dei Fori è trasversale agli schieramenti politici. «Sarebbe un’altra sparata irrazionale, di quelle che in pochi anni ci hanno fatto perdere tanti consensi - tuona Michele Anzaldi, deputato Pd di stretta osservanza renziana - Solo alla stazione metro Colosseo transitano ogni giorno 16 mila persone, che non potranno più prendere il bus uscendo dalla metropolitana. Cosa ne pensa il ministro Franceschini?». Sullo stesso tema batte anche Vincenzo Piso: «L’auspicio è che si tratti di una boutade o un errore di comunicazione - incalza il parlamentare Ncd - perché se rispondesse al vero, significherebbe isolare la fermata Colosseo della metro, una delle più utilizzate, dall’intermodalità con la gomma». Secondo Luciano Nobili, punto di riferimento per i renziani romani, questa decisione «è il paradigma di Marino: dovevamo fare il parco archeologico più grande del mondo, ed è invece diventato un provvedimento di traffico». L’ex presidente del I Municipio (centro storico), Giuseppe Lobefaro, la definisce seccamente «una follia». E tra gli operatori che rischiano di restare fuori dai Fori, i tassisti sono già in agitazione: «I Fori imperiali non possono diventare un’isola dove gli abusivi sguazzano - dice Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi - Non è accettabile».
«Non c’è neanche il piano, rischiamo il caos Ignazio non pensi solo al suo testamento».
ROMA Il senatore del Pd Stefano Esposito, assessore ai Trasporti uscente, non sapeva nulla dello sprint di Marino sui Fori («Già, l’ho appreso dalle agenzie di stampa»). Nel merito del provvedimento è d’accordo, ma sul metodo utilizzato e quindi sulle possibili ricadute dell’atto nutre enormi dubbi: «Si rischia - dice - un altro pasticcio». E perché, Esposito? «Questo è un tema di cui avevamo già parlato in maniera molto sommaria tempo fa, secondo me i Fori Imperiali meritano di essere un percorso pedonale. Ma ci sono dei problemi oggettivi». Quali? «Nell’area intorno al Colosseo la circolazione privata ha già avuto disagi significativi. Prima di prendere questa iniziativa serviva uno studio di fattibilità, rapido ed efficiente, legato alla mobilità della zona». Altrimenti verso cosa si va incontro? «E’ semplice: si rischia un pasticcio, un caos». Ma le risulta che ci sia questo studio di fattibilità sulla pedonalizzazione totale? «No, per quello che posso dire avevo iniziato a ragionarci con gli uffici del dipartimento e con l’agenzia della mobilità, ma non se n’era fatto più nulla. Perché poi la vicenda del Comune è precipitata da un giorno all’altro. La settimana scorsa durante una riunione con i tassisti avevo cominciato ad affrontare l’argomento in maniera esplorativa. Tutto qui». Non c’è il pericolo che questa misura possa creare disagi alla circolazione a ridosso del Giubileo? «Il problema è che si può fare, o meglio è sensato farlo, ma devi avere chiaro che il disegno deve essere molto più ampio. Perché mentre fai questa operazione occorre pensare alla sistemazione complessiva della mobilità intorno all’area archeologica». Il commissario del Comune davanti alle proteste e al caos, in vista dell’Anno Santo potrebbe stralciare tutto. E’ uno scenario possibile? «Se io fossi in Marino farei una delibera di indirizzo molto puntuale dove si dice che l’entrata in vigore della pedonalizzazione scatterà non prima di dicembre, in modo di lasciare il tempo al commissario di ridisegnare la mobilità dell’area circostante e fare una cosa sensata». E’ il testamento morale di Marino? «Sì, e lo capisco. Ma oltre al lascito servono le condizioni per applicarlo senza traumi per la città, altrimenti sarà peggio». E’ sorpreso di aver appreso la notizia dei Fori dalle agenzie di stampa? «No, a me dispiace, e lo dico con affetto, che Marino abbia maturato nei miei confronti un forte astio forse perché qualcuno dei suoi collaboratori nutre verso di me molta rabbia». Beh, è comprensibile: in fin dei conti lei è stato tra i primi a dire che era finita. «Qualcuno gli ha venduto che io sarei stato il sicario, il suo traditore. Ma ripeto: lo capisco. Voglio dire: non mi offendo, capisco la sua situazione personale, per settanta giorni ho lavorato come un pazzo e fin dal primo momento ho sempre detto che non sarei andato in Campidoglio per giocare. Naturalmente se penso una cosa la dico, non ho nessuna acrimonia nei suoi confronti. Ci sta». I renziani dicono: la storia dei Fori è il paradigma di questi due anni. Si fa un annuncio spot con il pericolo di non governarne poi gli effetti come si deve. Concorda con questa analisi? «Può darsi, ecco perché insisto: serve una delibera che istituisca l’area pedonale senza collassare ulteriormente la zona». Si rischia un nuovo pasticciaccio di via Merulana (via Labicana)? «Marino deve tener conto in questi giorni che c’è una complessità da gestire. Che non c’è solo l’area archeologica, ma il resto del mondo tutto intorno».v
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