PESCARA Non resta indifferente l'Abruzzo al caso Quagliariello. Anzi, attende con curiosità gli sviluppi che potranno avere sulla politica regionale le dimissioni del coordinatore nazionale del Ncd, eletto al Senato proprio nella Circoscrizione Abruzzo alle politiche del 2013, ma ancora prima tessitore delle alleanze che nel 2009 portarono Gianni Chiodi alla guida della Regione. Un riferimento, sino a ieri, per l'intero centrodestra, nonostante le origine campane del professore di Storia dei partiti politici, paracadutato in Abruzzo alle ultime politiche con le liste del Pdl, prima dello strappo con Berlusconi. Gaetano Quagliariello è anche colui che da Ministro delle Riforme costituzionali portò a Francavilla, all'Hotel Villa SantaMaria, il comitato dei saggi riunito sotto il Governo Letta per dare vita alla nuova legge elettorale. Nessuno lo dice, ma una delle ragioni dello strappo con il suo partito, al quale l'ex coordinatore nazionale del Ncd ha chiesto esplicitamente di liberarsi dall'abbraccio con il Pd, potrebbe essere proprio la delusione personale di non vedersi su una poltrona nell’esecutivo di cui a lungo si era discusso.
LE POSIZIONI IN GIOCO Non lo dice soprattutto la senatrice pescarese e coordinatrice regionale del Ncd, Federica Chiavaroli, anche lei in corsa per lo stesso ministero, che oggi, con la presa di posizione a sorpresa di Quagliariello, perde il competitore più forte e vede avvicinarsi una meta prestigiosissima anche per l'Abruzzo. La senatrice dice però molto altro: "Non credo che nella nostra regione possano esserci ripercussioni da questo caso, perché Gaetano aveva delegato completamente a noi parlamentari la gestione del territorio, facendosi vedere pochissimo da queste parti". Poi c'è il dato politico, e qui la distanza dalla scelta di Quagliariello è netta: "In Abruzzo - spiega la senatrice - la nostra posizione è chiara ed è stata compresa dai nostri elettori che ci hanno sempre premiato alle ultime elezioni. Partecipiamo a un Governo nato per portare l'Italia fuori dalla crisi e ci stiamo riuscendo grazie anche alle nostre proposte di matrice liberale. Non si capisce perché, proprio adesso, si dovrebbe interrompere la sua corsa. Diciamo che in questo momento è più difficile spiegare ai nostri elettori la posizione di Quagliariello che la nostra".
L’ALTRA RIFLESSIONE Altra riflessione sulle future mosse dell'ex coordinatore nazionale del Ncd, con le eventuali ricadute sulla politica abruzzese: "Con gli altri due nostri parlamentari, Paolo Tancredi e Filippo Piccone abbiamo una veduta univoca all'interno del partito, anche se Piccone è forse quello che soffre di più l'alleanza di Governo. Ma posso assicurare che nessuno andrà con Quagliariello se dovesse scegliere di unirsi a Fitto e Tosi per fondare quest'area moderata fondata sui valori cattolici di cui si parla, perché esiste già ed è rappresentata dal nostro partito". Piccone, dato da molti per uscente sicuro, resta cautissimo: «Intanto Quagliariello non sta andando da nessuna parte: ha lasciato il coordinamento, non il partito. Ci sarà un dibattito all’interno del partito e bisogna pesare ogni azione. Io soffro sì, soprattutto in Regione, non c’è dubbio. Su Roma c’era un progetto che prevedeva che appoggiassimo le riforme. Adesso che le riforme sono in corsa, si aprirà una discussione ».