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Pescara, 17/07/2025
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Data: 16/10/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Contratti, accordo fatto per i chimici: 90 euro di aumento.

ROMA L’accordo è arrivato alle prime luci dell’alba, dopo appena una nottata di trattative che in queste situazioni è davvero il minimo sindacale. È un’intesa a tempo di record quella sul rinnovo del contratto del settore chimico-farmaceutico raggiunta tra Federchimica e Farmindustria da una parte e i sindacati di categoria dall’altra: chiusura al primo appuntamento ufficiale, senza un’ora di sciopero e addirittura due mesi prima della scadenza.
Come dire: mentre i generali litigano, i caporali marciano. E chissà se proprio le accuse e le polemiche dei giorni scorsi tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno influenzato la trattativa. Di certo è un buon viatico per gli altri comparti alle prese con le scadenze contrattuali e magari anche per l’avvio (dopo la falsa partenza di tre settimane fa) del vituperato tavolo sulla revisione delle regole.
Non è un caso che ieri tutti i protagonisti della trattativa hanno rivendicato con orgoglio i termini dell’accordo: la piattaforma sindacale prevedeva per i 170.000 dipendenti del comparto 123 euro di aumento lordi omnicomprensivi, ne hanno portati a casa 100 (90 di aumento salariale, 10 sul welfare); le rappresentanze delle tremila imprese del settore avevano tra le altre cose anche il mandato di non discostarsi dal “pentalogo” introdotto da Confindustria. «Abbiamo rispettato le linee guida: le norme del Jobs act non sono messe in discussione, c’è la verifica ex post degli scostamenti tra inflazione programmata e effettiva, una parte degli aumenti vanno a implementare welfare e formazione» dice il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.
L’intesa prevede che l’aumento sui minimi contrattuali di 90 euro a regime sarà erogato dal primo gennaio 2017 in tre tranche. Da subito i lavoratori avranno 15 euro (come elemento distinto dalla retribuzione) in ottemperanza all’ultima tranche del vecchio contratto. Tale cifra verrà meno quando nel 2017 partiranno gli incrementi dei minimi. In questo modo gli imprenditori recuperano in parte quanto “perso” in questi anni di zero inflazione. Altri 10 euro vanno a sostenere la previdenza complementare: in cambio i lavoratori rinunciano all’indennità aggiuntiva del giorno di Pasqua.
INTESA APRIPISTA
Il dato politico dell’accordo è evidente. Lo sottolinea, Paolo Pirani, segretario generale Uiltec: «Con questo rinnovo dimostriamo che si possono fare i contratti senza sfasciare il sistema, e che il sindacato non è all’angolo». Alle categorie arrivano i complimenti dei generali. «Ben fatto. È una scommessa vinta» dichiara la leader Cgil, Susanna Camusso, osservando che l’accordo «difende il potere d’acquisto dei lavoratori». Annamaria Furlan, numero uno Cisl, sottolinea anche la qualità delle soluzioni trovate e definisce l’accordo «un contratto apripista per un'innovazione davvero importante». «Molto positivo» è anche il giudizio di Carmelo Barbagallo, leader Uil: «Noi abbiamo tifato perché questo contratto si firmasse. È da gennaio che diciamo che il 2015 doveva essere l’anno dei contratti». Ha siglato anche Ugl.

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