ROMA La manovra si avvia verso Palazzo Madama, dopo l’ultimo “placet” del Colle, dove dovrebbe essere incardinata già alla fine della prossima settimana. Mentre ancora non è chiaro cosa succederà in commissione Bilancio dove dovrebbe essere rinnovata la presidenza, molti sono gli scontenti anche all'interno del parlamento. È quindi presumibile se non certo che i tentativi di modifica, nonostante l’auspicio del numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi («speriamo non venga stravolta»), saranno molteplici. Ma il governo, per bocca del viceministro all’Economia, Enrico Morando, fa sapere che cambiamenti saranno, come sempre, accoglibili e accolti tranne che per il saldo finale già fissato e per la parte «fondamentale» che è il taglio delle tasse sulla prima casa (Imu e Tasi). Una delle norme più contrastate è quella sul canone Rai in bolletta elettrica. Protestano persino i gestori elettrici temendo si possa aprire un notevole contenzioso. E i consumatori annunciano ricorsi. Quello che proprio non va giù è la possibile multa da 500 euro per gli evasori in seguito alla segnalazione all’Agenzia delle Entrate. Molti, soprattutto dalle opposizioni, parlano di «stupidaggine» da cancellare. E da ambienti di governo già trapela l’intenzione di fermare la norma che potrebbe dunque essere stralciata ancor prima di essere sottoposta al bombardamento emendativo-soppressivo. Altra norma contestatissima, persino dal commissario Anticorruzione, Raffaele Cantone, è quella che innalza la possibilità di usare contante da mille a 3mila euro. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan spiega che non c’è nessun rapporto tra questa scelta e l’evasione. Ma, anche in questo caso, in Parlamento è pronto un discreto “plotone d’esecuzione”. Modifiche possibili in corsa sono poi annunciate dallo stesso governo: se l’Ue sbloccherà la flessibilità - ha spiegato Renzi - si- potrebbe anticipare il taglio dell’Ires per le imprese al 2016. Ad oggi è previsto infatti solo nel 2017 e per un impatto di 3,5 punti percentuali (l’aliquota passerebbe dall’attuale 27,5 al 24% per un mancato gettito di circa 3,5 miliardi). Sempre “caldo” il fronte dei tagli a Comuni e Regioni. Si rischia infatti un effetto boomerang tra tagli al fondo sanitario e ai trasferimenti, con i governatori già sulle barricate come negli anni scorsi. Anche per evitare che i tagli dall’alto possano arrivare a scaricarsi sui servizi minimi resi ai cittadini. E anche la partita Imu-Tasi potrebbe subire tentativi di forzatura. Soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento delle tasse su ville e castelli. Una scelta poco costosa (circa 80 milioni) ma politicamente significativa soprattutto all’interno della stessa sinistra. Dubbi avanzano anche sul super ammortamento del 140% per i “piccoli” che investono. Bene, dicono gli imprenditori che però sollevano un dubbio: «Con questa situazione chi avrà soldi da investire?».