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Pescara, 04/05/2025
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Data: 12/11/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Cantoniere assenteista col secondo lavoro. Agostino Ramondo, 53 anni, di Casoli nel negozio della moglie in orari di servizio. Accusato anche di prendere legna pubblica. Pupillo: «Manca il senso morale».

LANCIANO «Sfrontato e impudente» perché ha continuato a truffare la Provincia di cui è dipendente, anche dopo una prima perquisizione negli uffici dell’ente e in casa sua che avevano evidenziato le sue “colpe”. Così il procuratore capo Francesco Menditto definisce Agostino Ramondo, 53 anni, di Casoli, capo cantoniere della Provincia di Chieti da ieri agli arresti domiciliari accusato di truffa aggravata, peculato e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Benché risultasse in servizio, in alcuni giorni aiutava la moglie nell’edicola o era a casa intento a sbrigare faccende personali. Avrebbe anche preso della legna della Provincia per usarla in casa propria. Accuse purtroppo non nuove per dei dipendenti provinciali visto che ci sono stati altri casi di cantonieri assenteisti o che non manutenevano le strade durante il servizio ma facevano ben altro. Il capo cantoniere è ai domiciliari su ordine del gip Massimo Canosa che ha accolto la richiesta del procuratore Menditto che ha coordinato le indagini svolte dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri. Mesi di osservazione, pedinamenti con riprese fotografiche e video, e anche delle perquisizioni. Tutte azioni che hanno rilavato che il capo cantoniere “dal 13 dicembre 2014 al 28 settembre scorso, in giorni ed orari nei quali attestava falsamente la propria presenza in servizio, si trovava in luoghi non inerenti ai propri doveri di ufficio: era infatti nell’esercizio commerciale della moglie oppure nella sua abitazione o a sbrigare faccende personale in altri uffici pubblici, utilizzando in talune occasioni anche i mezzi della Provincia”. E ancora: a fine gennaio avrebbe ordinato al personale alle sue dipendenze di tagliare in piccoli pezzi della legna di proprietà dell’ente che poi avrebbe portato, a bordo dell’auto di servizio, a casa sua. «Quello che ci è apparso ancora più grave», ha evidenziato Menditto, «è che il 13 dicembre 2014 l’uomo, accortosi dei controlli della polizia giudiziaria, ha fatto una falsa domanda di congedo, datandola il giorno precedente, ma presentandola solo giorni dopo, in tal modo ponendo in essere una vera e propria condotta di depistaggio ed inquinamento del materiale indiziario acquisito. L’aver continuato nelle proprie condotte fraudolente anche dopo una prima perquisizione sia negli uffici provinciali che in casa il 13 febbraio 2015, ha evidenziato una sfrontatezza ed una impudenza davvero notevoli». Ramondo oltre ai domiciliari ha il divieto assoluto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui convivono.

Pupillo: «Manca il senso morale». Il presidente dell’ente: usano quei posti per fare i comodi loro, è tristissimo

LANCIANO In Provincia ha ben 4 cantonieri immischiati in processi per truffa, peculato, falsità ideologica per aver frodato l’ente. In Comune ha denunciato 5 dipendenti assentisti sorpresi da lui stesso fuori dal proprio ufficio, dopo aver timbrato l’ingresso a lavoro. E due di questi sono finiti già a processo con l’accusa di truffa aggravata per essersi procurati un ingiusto profitto pari alla retribuzione per il servizio non svolto. Sono giorni di fuoco per il presidente della Provincia e sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, che è alle prese con un personale piuttosto “indisciplinato” in Provincia e in Comune. E ieri, l’arresto di un nuovo cantoniere provinciale, lo ha colpito profondamente. «Oggi (ieri per chi legge, ndc) è un giorno tristissimo per me come presidente della Provincia», ha commentato Pupillo, «perché constato la mancanza di senso morale e di rispetto delle regole, da parte di persone che usano l’ente pubblico per il proprio comodo, vanificando anche il lavoro dei tantissimi dipendenti che lavorano seriamente in Provincia. Un lavoro serio come testimoniato dal grande risultato ottenuto nell’aver tolto la Provincia dalla situazione di predissesto, da un commissariamento e averla riportata in “sicurezza” con il pareggio di bilancio grazie alla vendita degli immobili. Tutte azioni fatte da dipendenti che lavorano, tanto, in un ente che ha un futuro nebuloso». Per il presidente Pupillo persone come i cantonieri arrestati o sotto processo vanificano tutto. «Ma l’arresto, le indagini», ha aggiunto Pupillo, «sono anche un segnale forte da parte di chi governa gli enti pubblici, per dire che non si è dormienti ma si vigila su persone che, non lavorando, usando la Provincia per scopi personali, oltre a danneggiare l’ente, i propri colleghi, minano anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La maggior parte dei dipendenti è fatta di persone serie, che lavorano bene. Chi sbaglia, è giusto che paghi perché a lavoro bisogna fare il proprio dovere».

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