Preferiva seguire gli affari personali anziché stare a lavoro. In un anno tre differenti inchieste con due capi cantonieri della Provincia di Chieti arrestati, tre denunciati e una posizione già archiviata. Ieri nuovo provvedimento cautelare del gip Massimo Canosa che stavolta ha mandato ai domiciliari Agostino Ramondo, 53 anni, di Casoli, a capo della zona 15 Sant’Eusanio del Sangro. Ancora una volta sono stati il procuratore Francesco Menditto e il sostituto Rosaria Vecchi, titolare d'inchiesta, a chiedere la dura misura cautelare. Truffa aggravata, peculato e falsità ideologica le presunte accuse contro Ramondo, difeso dall’avvocato Consuelo Di Martino.
Un nuovo terremoto che sconquassa il martoriato settore Viabilità della Provincia. Al capo cantoniere si imputano le circostanze di non essere stato al lavoro durante l’orario di servizio ma a fare commissioni personali o aiutare la moglie nella conduzione dell’attività di Edicolè (giornali e tabacchi) al centro commerciale il Quadrato di Selva Piana di Casoli.
PEDINATO E FILMATO
Dal 13 dicembre 2014 allo scorso 28 settembre l’uomo è stato più volte pedinato, fotografato e filmato nei suoi spostamenti dagli uomini della squadra di pg dei carabinieri della procura diretti dal maresciallo Armando Pizzolla. Si muoveva anche con i mezzi della Provincia. Il pm Vecchi ha anche disposto perquisizioni sia in Provincia che a casa sua. «Sapeva di essere indagato, affonda ora ufficialmente la procura, e ciononostante ha proseguito nell’attività fraudolenta, evidenziando sfrontatezza e impudenza davvero notevoli. Grave inoltre l’aver formulato una falsa domanda di congedo datata 12 dicembre 2014 e presentata il giorno 16, ponendo in essere una vera e propria condotta di depistaggio e inquinamento delle prove».
L’indagato avrebbe inoltre falsificato i prospetti mensili delle sue presenze in servizio e, a gennaio scorso, si sarebbe appropriato di legna di proprietà della Provincia, custodita in magazzino, che egli stesso fece tagliare a piccoli pezzi dai cantonieri sottoposti. Scorta invernale portata a casa con auto di servizio.
Da tempo Ramondo aveva un permesso per iniziare il lavoro alle 9 del mattino e ieri l'arresto gli è stato notificato alle 8, proprio mentre era nel negozio della moglie. L’inchiesta vede indagati altri due suoi sottoposti per i quali, però, è stato già chiesto il proscioglimento. La Provincia ha sempre collaborato nelle inchieste. «Le specifiche condotte attribuite a Ramondo saranno verificate attentamente - dice il difensore Di Martino -. All'interrogatorio di garanzia dimostrerà la sua innocenza e l'estraneità ai fatti. Già sentito dalla pg, il mio assistito aveva giustificato alcune sue assenze. Non ha mai avuto condotte contrarie all’attività lavorativa». Intanto 1l 2 marzo inizia il primo processo di presunto assenteismo che vede imputati il capo cantoniere Michele Caniglia, di Atessa, arrestato il 26 settembre 2014: aiutava la moglie nel negozio di fitofarmaci, quindi per concorso i cantonieri denunciati Biagio Di Biagio, di Casalbordino, e Benigno Travagliani, di Casoli.