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Data: 15/11/2015
Testata giornalistica: Il Tempo
Denuncia choc: «I dirigenti minacciano i macchinisti»

Rapporti disciplinari, diffide, contestazioni. E centinaia di lettere di richiamo spedite ad autisti e macchinisti. Continua la linea dura di Atac iniziata dopo lo «sciopero bianco» di luglio. Solo che ora, secondo qualcuno, pare che gli attacchi ai lavoratori si stiano concentrando verso gli iscritti alle sigle sindacali autonome, in particolare sulla «nuova triade» Sul, Faisa Confail e Orsa.

A lanciare l’ennesima bomba è stato l’ex assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, e il dirigente romano del Pd Luciano Nobili, da settimane in guerra con i vertici uscenti di Atac. «Veniamo informati da più fonti interne ad Atac - ha affermato – che all’interno dell’azienda alcuni dirigenti avrebbero avviato una campagna di ripicche e minacce nei confronti di alcuni macchinisti, autisti e rappresentanti di quelle sigle sindacali che hanno sostenuto in questi mesi l’operazione verità e trasparenza condotta da parte dell’amministrazione».

Accuse gravissime quelle di Esposito, confermate a Il Tempo dal segretario del sindacato Sul, Renzo Coppini. «I rapporti disciplinari si concentrano sui nostri - spiega - Attraverso i responsabili delle linee, interpretano l’accordo a loro piacimento, dettano ordini confusi e al minimo errore fanno scattare le contestazioni disciplinari. Ormai i ragazzi sono terrorizzati, hanno paura di sbagliare». Intanto il servizio è sempre più carente: «Oggi (ieri, ndr) sulla Roma-Lido viaggiavano 4 treni su 12 perché gli altri erano in officina – racconta Coppini – e sulla Metro B ne sono a disposizione in media la metà. Speriamo che il commissario arrivi il prima possibile».

Atac ovviamente non ci sta. L’altro ieri, l’azienda di via Prenestina ha presentato il biglietto unico su Roma che coinvolge i bus turistici scoperti e nuovi numeri record sul contrasto all’evasione tariffaria (+33% di multe nel mese di ottobre). È arrivata anche la replica agli esponenti Dem: «Atac non può che ribadire la scrupolosa osservanza delle norme e dei regolamenti aziendali nella gestione del proprio personale. Si sottolinea che tale modo di lanciare accuse, generico e senza peraltro addurre fatti specifici riscontrabili, serve solo a creare una nube di discredito attorno all’azienda con il rischio di alimentare disaffezione nei dipendenti con possibili conseguenze sui livelli di servizio erogato».

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