ROMA Rush finale per il processo di privatizzazione di Grandi Stazioni. Domani il consiglio di amministrazione, dopo il via libera definitivo alla scissione non proporzionale e asimmetrica proposta dai due azionisti della società - Ferrovie dello Stato (60%) ed Eurostazioni (con il 40% suddiviso tra privati, Vianini Lavori, Pirelli, Edizione e i francesi di Sncf) - avvierà il processo per la vendita del 100% di una delle due nuove società scorporate, la Grandi Stazioni Retail, con la pubblicazione sul sito del bando di gara. Potranno partecipare alla procedura competitiva i soggetti con un patrimonio netto di almeno 400 milioni di euro e un fatturato non inferiore a 500 milioni. C’è tempo fino a mezzogiorno del 14 dicembre per far pervenire le manifestazioni di interesse.
In questi ultimi mesi (della privatizzazione se ne parla da tempo e a fine giugno scorso Gs aveva già approvato, in attesa del perfezionamento, il progetto di scissione) si è vociferato di numerosi soggetti interessati all’operazione. Alla Grandi Stazioni Retail sono assegnati gli scali ferroviari attualmente gestiti da Gs: si tratta delle quattordici principali stazioni della penisola (Roma Termini, Roma Tiburtina, Milano Centrale, Bologna Centrale, Firenze S. Maria Novella, Genova Brignole, Genova Piazza Principe, Napoli Centrale, Napoli Piazza Garibaldi, Palermo Centrale, Torino Porta Nuova, Venezia Mestre, Venezia S. Lucia, Verona Porta Nuova e Bari Centrale) e di due stazioni nella Repubblica Ceca (Praga Centrale e Mariánské Lázne). In questi scali Gs Retail deterrà lo sfruttamento economico in esclusiva degli spazi commerciali, media & advertising, deposito bagagli e servizi igienici.
FILA DI ACQUIRENTI
Le 14 stazioni italiane accolgono in media ogni anno circa 750 milioni di visitatori. Negozi e gallerie commerciali occupano attualmente 96.000 mq destinati nel piano 2015-2020 ad arrivare a 130.000. Le attività retail nel 2014 hanno contribuito per oltre la metà (110 milioni di euro su 210 complessivi) ai ricavi consolidati di Grandi Stazioni spa.
Alla vendita, curata dall’advisor Rothschild, sono interessati operatori della grande distribuzione, ma anche i grandi fondi. Come quello di Singapore, il Gic, i cui vertici nei mesi scorsi hanno incontrato il management di Fs proprio in vista della privatizzazione di Grandi Stazioni. E poi quello del Quatar. In prima fila anche nomi come Blackstone, Bain, Cinven, Lone Star, Cvc, Permira, Carlyle (tra i fondi di private equity), Ardian e Antin (fondi infrastrutturali), Lagardère e Mc Arthur Glenn (grande distribuzione), Klépierre e Unibal Rodamco (real estate).
Con l’operazione di cessione Grandi Stazioni spa cambia nome in “Grandi Stazioni Rail”, diventa 100% Fs e la sua mission si focalizza sulle infrastrutture e sul completamento del piano di investimenti. Oltre a “Grandi Stazioni Retail” (la cui compagine azionaria diventa 55% Fs e 45% Eurostazioni), nasce “Grandi Stazioni Immobiliare” (60% Fs, 40% Eurostazioni) che si occuperà della valorizzazione degli immobili attualmente posseduti da Gs spa.