ROMA «La Francia è in guerra». Di fronte alla strage compiuta a Parigi dal commando jihadista, per il presidente Francois Hollande non ci possono essere mediazioni. Dopo aver ordinato l’intensificazione dei raid aerei su Raqqa, capitale del califfato in Siria, e l’invio nel Mediterraneo della portaerei Charles De Gaulle, Hollande davanti alle Camere, riunite a Versailles, ha annunciato: «Vendicheremo tutte le vittime». Cittadini di 19 nazionalità diverse. E mentre le polizie di tutta Europa stanno dando la caccia ai terroristi che hanno ucciso 129 persone, il capo dell’Eliseo ha delineato quale sarà la strategia della Francia per combattere il terrorismo dell’Is. Una interna, con la richiesta al Parlamento di cambiare la Costituzione per attribuire maggiori poteri al presidente della Repubblica e protrarre lo stato di emergenza per i prossimi tre mesi. E una internazionale. «Serve una grande coalizione». Hollande ha lanciato un appello all’Unione europea, alla Russia e agli Stati Uniti ieri riuniti ad Antalya in Turchia per il G20. Al “mondo” la Francia ha chiesto di costruire una grande coalizione anti-Is. «Qui non si parla di un nemico della Francia, siamo in una guerra contro il terrorismo jihadista che minaccia il mondo intero. Distruggere Daesh è un problema della comunità internazionale». Parole chiare quelle di Hollande che poi si è rivolto “agli altri paesi dell’Unione europea” chiedendo di attivare l’articolo 42 del Trattato che prevede l’aiuto degli Stati membri al partner aggredito. «Chiedo al ministro della Difesa di incontrare i suoi omologhi» ha detto Hollande annunciando: «vedrò Putin e Obama per unire le forze». L’unità nazionale. Iniziata rispettando un minuto di silenzio in omaggio alle vittime, la seduta congiunta di Camera e Senato è terminata con i deputati che hanno intonato in coro l’inno francese. Hollande ha fatto appello all’unità nazionale e tutte le forze politiche si sono raccolte ieri a Versailles intorno al presidente. Poteri straordinari. Scontato dunque il voto favorevole al pacchetto di misure chieste dall’Eliseo e che verranno portate in aula domani «perché in guerra non valgono le regole di pace». Tra le decisioni, oltre l’allungamento dello stato di emergenza anche la possibilità di revocare la cittadinanza francese a chi ha un doppio passaporto e sarà condannato per terrorismo; espulsioni più rapide per i «sospettati» e la possibilità di introdurre il braccialetto elettronico. Verranno poi inseriti 8.500 nuovi posti in polizia e nella giustizia, mentre saranno rinviati al 2019 i tagli previsti all’esercito. «Distruggere il Daesh». Tutto questo con un solo obiettivo: «Distruggere i terroristi senza pietà». Il presidente francese, in attesa delle risposte dagli stati membri dell’Unione europea, dalla Russia e gli Usa, ha fatto sapere che «d’ora in poi la Francia intensificherà le sue operazioni in Siria». Si è congratulato con i piloti dei caccia impegnati su Raqqa. «Non dobbiamo contenere questa organizzazione, la dobbiamo distruggere» perché per il presidente Hollande « questa non è una guerra di civiltà, questi assassini non ne rappresentano nessuna. I terroristi credono che il popolo libero possa essere impressionato dall’orrore, invece no. Quelli che hanno voluto sfidare la Francia sono stati i perdenti della storia». «Francesi hanno ucciso altri francesi». Il presidente si è anche rivolto alle tante famiglie colpite dalla tragedia. «Venerdì sono stati dei francesi che hanno ucciso altri francesi», ha detto ricordando «quelle centinaia di giovani toccati, feriti, traumatizzati da questo terribile attacco. Penso a chi sta lottando tra la vita e la morte. Tutte le persone uccise saranno vendicate». È un presidente provato, ma determinato quello che ha parlato ieri a Versailles. L’intensificazione dei raid sulla Siria, i poteri straordinari, gli appelli agli alleati europei, alla Russia e gli Stati Uniti. La Francia ferita chiede aiuto al mondo e si prepara a combattere la guerra del terzo millennio.