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Pescara, 04/05/2025
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Data: 17/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Frecciarossa incanta i montesilvanesi

MONTESILVANO Non è proprio la scena felliniana del passaggio del Rex davanti agli occhi estasiati dei bagnanti riminesi, ma ci assomiglia parecchio. Hanno cominciato gli animatori del museo del treno, presto imitati da gruppi di ex ferrovieri, nonni con nipoti al seguito curiosi vari. È il Frecciarossa a restituire vita e centralità alla stazione di Montesilvano. Da un mese a questa parte il passaggio del treno ad alta velocità, un serpentone rosso che sui binari di Montesilvano sfreccia a 160-170 chilometri orari prima di cominciare la frenata in vista di Pescara, è sempre accompagnato da battimani e espressioni di ammirazione. È la riedizione in chiave moderna dell’atmosfera magica di fine ’800, quando con l’unità d’Italia Montesilvano conobbe anche l’epoepa ferroviaria, la macchina a vapore e il transito di personalità. A cominciare da Re Vittorio Emanuele che viaggiò sul convoglio inaugurale della Ancona-Pescara. La prima stazione ferroviaria di Montesilvano, inconfondibile per il colore giallino dell’edificio, risaliva al 1863. Testimone di grandi eventi storici essa rimase in attività fino al 1991. Sui suoi binari arrivò il convoglio che riportava in Abruzzo la salma del capitano Tito Acerbo di Loreto; più tardi passarono le tradotte militari dei nostri soldati diretti in Grecia. E negli stessi anni (1943) la stazione subì bombardamenti dagli Alleati, che contro i Tedeschi in transito sui treni carichi di vettovaglie.
«Nonostante i ripetuti passaggi aerei - ricorda l’allora giovane Quinto Panella - noi ragazzi correvamo alla stazione per aprire i vagoni ricolmi di generi alimentari e rifornirci di ogni ben di Dio. La fame era tanta da giustificare quelle azioni». Dipendente delle Ferrovie, oggi capostazione in pensione, Nicola Fuschi (89 anni) assistette a più di un bombardamento nascosto nella stazione. Dal dicembre del '91 della gloriosa stazione sabauda non restano tracce e a maggio del ’92 arriva zio Remo Gaspari ad inaugurare la nuova struttura, presto messa fuori gioco dalla tecnologia e dalla vicinanza di Pescara.
Un declino testimoniato oggi dalla scandalosa situazione di inaccessibilità del piano binari da parte delle carrozzine: «La stazione - spiega il presidente della commissione sanità Lorenzo Silli dopo il sopralluogo dei giorni scorsi - non ha mai avuto ascensori che consentano ai disabili di accedere ai binari. Il progettista ha previsto due vani in cemento per contenerli, ma nessuno si è preoccupato di installarli». Nell’attesa non resta che consolarsi con il Frecciarossa.

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