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Pescara, 04/05/2025
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Data: 18/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Più controlli e tasse: l’appello a Mattarella. Nel corso della sua visita al presidente della Repubblica è stata sollecitata la necessità di norme più rigorose sugli appalti privati.

Se la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella rappresenterà o meno un nuovo inizio per L’Aquila, il “dies a quo” evocato solennemente dal governatore Luciano D’Alfonso, lo si vedrà a breve. Di certo la giornata ha avuto l’effetto benefico istantaneo di pacificare, si spera più lungo a possibile, un ambiente nuovamente lacerato dagli scandali sulla ricostruzione che hanno messo in dubbio persino la qualità morale della comunità. Non a caso sia il sindaco Massimo Cialente che il prefetto Francesco Alecci (quest’ultimo tra i più sferzanti dopo le inchieste) hanno sommessamente messo sul tavolo di Mattarella, come necessità primaria, il bisogno di «controlli accuratissimi» sugli appalti privati. Un aspetto che anche il Procuratore capo, Fausto Cardella, ha sottolineato con forza a Mattarella: «Si è in attesa di nuove forme legislative con regole precise per limitare l’azione della magistratura a pochi casi».
LE MISURE

La Procura ha già posto l’accento sulla questione. Attraverso una specifica task force e intuendo la possibilità di qualificare gli amministratori di condominio come incaricati di pubblico servizio e, dunque, accusabili di corruzione. Sono saltate in corso d’opera, però, altre due misure che ieri sono state ricordate al presidente: le “white list” per le imprese e gli albi reputazionali per i professionisti, nonché l’obbligo delle mini-gare d’appalto per i lavori. Cose su cui aveva lavorato l’allora sottosegretario (oggi vice di Mattarella al Csm) Giovanni Legnini, ma che non hanno trovato inquadramento normativo. Ecco perché nelle varie interlocuzioni, a tutti i livelli, è emersa la possibilità di “recuperare” quel lavoro. Così come D’Alfonso ha paventato la necessità di una legge quadro sulle emergenze. Mattarella, non abbandonando neanche per un secondo la sobrietà della sua visita, ha preferito glissare (o forse non è riuscito a sentire) quando un cronista a Onna gli ha chiesto delle inchieste giudiziarie aquilane. Ma di sicuro la scelta di chiudere la giornata nel tribunale ricostruito rappresenta una risposta chiara ed evidente su quale sia l’attenzione dello Stato alla questione-legalità.
I TRIBUTI

Al presidente è stato sottoposto un altro tema caldo. Quello della vertenza in corso con l’Europa sulla restituzione delle tasse. Ci sono grandi imprese del territorio che rischiano di dover versare somme cospicue in un momento già di grave crisi. Un secondo sisma che L’Aquila non può permettersi.
IL CLIMA

La visita di Mattarella, insomma, pare aver riannodato i fili slabbrati da polemiche e veleni. La scelta dei luoghi, non certo casuale, ha rispettato a fondo il dolore (Onna e Casa dello Studente), ma ha guardato avanti (l’Università), a un futuro trasparente (il Tribunale). E, come ha confessato Alecci, gli aquilani debbono avergli fatto un buon effetto: «Il presidente è andato via soddisfattissimo».

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