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Data: 18/11/2015
Testata giornalistica: Mapero'
La Regione non sa fare i conti

In salita, così in salita che chissà se ce la faranno. Eppure si tratta di adeguarsi alle prescrizioni della Corte dei conti, perchè il bilancio è una cosa seria e la parifica è uno di quegli obiettivi che la Corte gli ha messo per iscritto. Pena sanzioni, e di quelle pesanti. E a partire dal 18, per tre giorni, la Regione Abruzzo e’ convocata davanti alla Corte dei conti per i controlli sulla spesa. Eppure, nei giorni scorsi, alla prima di una serie di riunioni plenarie di tutti i dirigenti regionali, non si è venuti a capo di nulla. I dirigenti convocati non sono riusciti neppure a fare la ricognizione dei capitoli e probabilmente proprio il turbillon dei direttori ha fatto sì che le carte manco si trovassero.Le recenti dimissioni del direttore Carmine Cipollone non hanno sicuramente giovato alla causa, tra l’altro in un momento così delicato per i conti. E Ebron D’Aristotile non si è ancora ambientato.

E le difficoltà sono enormi. Intanto il decreto Salva-Regioni del governo consentirà anche all’Abruzzo di regolarizzare i bilanci e di risanare i debiti che ora potranno essere spalmati in 30 anni e non più in sette. E soprattutto di riprendere l’operatività, riattivando la capacità di spesa interrotta dalla sentenza della Corte costituzionale del giugno scorso che aveva bocciato il metodo di contabilizzazione dei fondi anticipati dal governo per i debiti arretrati. Adesso, un bel sospiro di sollievo: anche se l’Abruzzo da spalmare ha solo 174 milioni di debito.

Ma al momento, il Servizio Bilancio sta navigando a vista. E anche l’assessorato non sembra molto calato nella parte. Giorni fa ha fatto sorridere la lettera inviata da Silvio Paolucci ai direttori di dipartimento sulla predisposizione del bilancio 2016-2018: la tabella allegata era indirizzata alla “Direzione riforme istituzionali, enti locali, bilancio e attività sportive”, quando con la nuova riforma le direzioni sono state sostituite dai dipartimenti. Sfumature, che però danno la misura di quanta confusione ci sia. E la difficoltà vera, che porta la Regione ad ardue arrampicate sugli specchi, è che adesso il bilancio non sarà più di competenza ma di cassa. E quindi deve essere vero, oggettivo, non più basato sulle previsioni. Così come la copertura delle spese. Tutti gli artifici per far quadrare i conti quindi non servono più.

Per questo Paolucci, nella lettera ai dirigenti, ha ricordato che non si potrà più sforare, perché nel bilancio di previsione bisognerà tenere conto del disavanzo 2015. Ma soprattutto non dovranno esserci aumenti di spesa: bisogna stringere la cinghia, e se proprio si dovesse rendere necessario, ciascun dirigente dovra’ indicare le fonti di finanziamento per coprire gli eventuali incrementi di spesa. Non solo: dovrà aggiungere che danni potrebbe determinare il mancato aumento. Insomma, non si scherza.

Dalla riunione dell’altro giorno appare chiara una cosa:nonostante le grandi infornate negli staff, il servizio Ragioneria e Bilancio è poco dotato. Personale insufficiente e sotto stress. Ora, alla vigilia del bilancio, è chiaro che gli uffici non riescono neppure a mettere a punto la procedura di parifica dei capitoli di entrata e di uscita, che hanno dato origine alla durissima sentenza della Corte dei Conti. Per ora, è una corsa contro il tempo.

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