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Pescara, 17/06/2025
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Data: 21/12/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Sevel senza ferie, scatta lo sciopero. Oggi la protesta anche per gli straordinari obbligatori e 10 minuti di pausa tagliati a 2.500 lavoratori

ATESSA Crescono vertiginosamente i volumi in Sevel, crescono le ore e le giornate di lavoro sulle catene di montaggio, ma diminuiscono sensibilmente i diritti. E' la denuncia che la Fiom-Cgil muove allo stabilimento del Ducato annunciando per oggi lo sciopero dei lavoratori in concomitanza con l'avvio della riduzione delle pause di dieci minuti. «Il mese di dicembre rappresenta un mese pericoloso per le lavoratrici e i lavoratori Sevel», incalza il segretario provinciale Fiom, Davide Labbrozzi, «un mese che rischia di dare un colpo di grazia, definitivo, al pianeta dei diritti e del sistema sindacale. Si sono svolte quattro giornate di straordinario obbligatorio, sono state azzerate le ferie promesse alle altre organizzazioni sindacali, fermata che avrebbe dovuto consentire a tutti coloro che lavorano in Sevel di riposare nelle giornate che vanno tra Natale e Capodanno, è stato deciso di tagliare dieci minuti di pause per coloro che lavorano a turni (per ora 2.500 persone). Di fronte a questo scenario, c’è chi sventola il buonismo di Sevel che, secondo le dichiarazioni recenti rilasciate dalle altre organizzazioni sindacali, sarebbe stata buona nel concedere sei giorni di riposo a gennaio». Il riferimento è alla Fim Cisl che aveva appena salutato con soddisfazione la concessione di due giorni di ferie (uno, il 5 gennaio, coperto con i Par residui e l'altro, il 4, anticipando la festa patronale di Atessa) da aggiungere ai giorni festivi del 1° e 6, sabato 2 e domenica 3 gennaio. La Fiom critica anche il taglio delle pause di 10 minuti deciso dai vertici aziendali e le Rsa di Fim, Uilm, Fismic e Ugl lo scorso settembre e compreso nella nuova metrica del lavoro Ergo Uas arrivata in Sevel nel 2011 e finora ancora in fase sperimentale. «Il taglio delle pause, non oggetto di discussione e imposto unilateralmente senza neanche un'attenta discussione con i rappresentanti della sicurezza», continua Labbrozzi, «contribuirà a devastare la vita di chi non ce la fa più. Nel corso del 2015 si è lavorato di sabato e di domenica, si è lavorato di più sulle linee perché la Sevel ha aumentato i carichi di lavoro, ci sono state meno ferie, ed oggi, per ricompensa, nell’anno dei record, un bel taglio delle pause. Inoltre, i minimi tabellari (paga base) continuano ad essere sempre più inferiori al mondo metalmeccanico perché la logica che è passata è che quelle piccole mance che l’azienda elargisce, essendo una tantum, non innalzano i minimi contrattuali e, bisogna aggiungere, non contribuiscono, di conseguenza, ad accrescere i vari istituti collegati alla retribuzione». Per Fiom, che in un solo giorno ha già raccolto oltre 500 firme contro la riduzione delle pause, si apre «una vera stagione di lotta».


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