ATESSA Ha raggiunto il 63% delle adesioni, secondo Fiom, lo sciopero in Sevel per protestare contro il taglio di dieci minuti di pausa per l’applicazione della nuova metrica di lavoro Ergo Uas, decisa da Fiat-Chrysler per tutti gli stabilimenti italiani del gruppo. Numeri decisamente più bassi, invece, dall’azienda. Secondo il segretario provinciale Fiom, Davide Labbrozzi, già dal primo turno di lavoro l’adesione era massiccia: al montaggio, infatti, lavrebbe toccato quota 90%. A seguire reparti come lastratura, finizione e verniciatura hanno tuttavia abbassato la media. La protesta andrà avanti, come annunciato, per tutta la settimana. «Questi risultati», commenta Labbrozzi, «ci danno la forza, il coraggio e la voglia di proseguire verso il cammino della riconquista dei diritti e verso la salvaguardia della dignità di chi lavora e delle famiglie rappresentate dalle lavoratrici e dai lavoratori della Sevel. La massiccia adesione allo sciopero, indetto dalla sola Fiom, rappresenta la voglia di mettere fine allo scempio che le altre organizzazioni sindacali, hanno espresso ed imposto nella fabbrica Sevel in totale accordo con la sua dirigenza». «La Fiom», prosegue il segretario provinciale, «propone un modello di sviluppo alternativo: la fabbrica deve avere innanzitutto un ruolo sociale. Non può esserci un padrone che si arricchisce e i lavoratori che soffrono in silenzio ringraziando quotidianamente per la gentile concessione del posto di lavoro. La Sevel produce furgoni su furgoni, raggiunge obiettivi ambiziosi, stabilisce record su record e i lavoratori dovrebbero accontentarsi delle briciole. Dovrebbero, addirittura, rinunciare a pezzi di diritti conquistati nel corso degli anni con tanti sacrifici e lotte sindacali. La nostra battaglia è contro tutto questo». Il sindacato denuncia l’aumento dei ritmi di lavoro sulle linee di montaggio, il ricorso «indiscriminato» alle giornate di straordinario e, non ultimo l’applicazione dell’Ergo Uas decisa da Fiat con Fim, Uilm, Fismic e Ugl e ratificata lo scorso settembre con le rsa delle rispettive organizzazioni. La nuova metrica di lavoro, applicata ormai in tutti gli altri stabilimenti Fiat, era arrivata in Sevel in via sperimentale nel 2011 ed era stata firmata anche dalla Fiom perché nella primissima fase di avvio del sistema non erano state ridotte le pause. Da ieri però, le pause di ogni turno sono passate bruscamente da 40 a 30 minuti. «È stata del 12% la percentuale di adesione allo sciopero», replica Fca in una nota, precisando che si tratta del dato complessivo sui due turni. Nel primo turno sarebbe stato del 9% e nel secondo del 15%. «Confidiamo che piano piano», aggiunge Fca, «anche la Fiom arriverà ai dati reali».