Il nuovo corso del salario accessorio del Campidoglio - stop ai bonus pagati “a pioggia” ed extra salariali legati a reali incrementi di produttività - sarà esteso anche alle società partecipate (ma non quotate) che fanno parte della galassia dell’amministrazione di Roma Capitale: Atac e Ama in prima fila, quindi, ma anche le altre, da Aequa Roma a Zètema, passando per Farmacap e Risorse per Roma. Lo prevede il documento unico di programmazione (Dup) del Comune, approvato dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca negli ultimi giorni del 2015, che mette una serie di paletti alla gestione del personale delle aziende municipalizzate. Nel Dup, nel capitolo dedicato agli obiettivi strategici da conseguire nel settore delle partecipazioni, è espressamente previsto che si raggiunga «un rapporto tra somme erogate a titolo di compensi per salario accessorio e somme erogate a titolo di compenso fondamentale, ivi comprese le voci del salario accessorio aventi natura fissa e continuativa, che non superi il rapporto desumibile dalle somme allo stesso titolo erogate da Roma Capitale ai suoi dipendenti nel corso dell’anno 2014».
LE RELAZIONE
L’anno preso a riferimento, il 2014, è proprio quello in cui l’amministrazione capitolina, allora guidata da Ignazio Marino, ha varato la riforma del salario accessorio per gli oltre 23 mila dipendenti di Palazzo Senatorio. Una piccola rivoluzione dovuta alla bocciatura, da parte degli ispettori del ministero dell’Economia, della precedente modulazione della parte variabile dello stipendio, che veniva accordata indistintamente a tutti i lavoratori comunali, indipendentemente dalla produttività e dai servizi effettivamente offerti ai cittadini. La delibera del Campidoglio, dopo mesi di duri scontri con i sindacati, era stata superata da un accordo con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori, poi sconfessato da un referendum. Resta così in vigore la prima versione della riforma, alla quale adesso dovranno uniformarsi le aziende della holding capitolina: Atac ha già mosso qualche passo il mese scorso. Lo stesso discorso vale per il lavoro straordinario dei dipendenti delle società partecipate. Il Dup, infatti, prevede per queste ultime «un rapporto tra somme erogate a titolo di compensi per lavoro straordinario e somme erogate a titolo di compenso fondamentale che non superi il rapporto desumibile dalle somme allo stesso titolo erogate da Roma Capitale ai suoi dipendenti nel corso dell’anno 2014». Ma il documento entra anche nelle politiche che riguardano l’organico delle municipalizzate. In particolare si fissano «limitazioni alle assunzioni, riduzione degli oneri contrattuali, mantenimento di un rapporto tra personale dirigente e personale non dirigente assimilabile alla dotazione di fatto di Roma Capitale al 31 dicembre 2014».
LE SANZIONI
Qualora un’azienda del gruppo non riesca a rientrare in questi parametri - salario accessorio, straordinari e numero di dirigenti - il documento prevede quindi il «divieto di assunzione di personale ascrivibile al tempo indeterminato ed a qualunque tipologia di forma flessibile». Non solo: anche le società che rispetteranno i limiti imposti dal Campidoglio dovranno fare bene i conti, prima di firmare nuovi contratti di lavoro. «L’eventuale assunzione di personale» dovrà infatti essere «preceduta da una richiesta di verifica della possibilità di reperimento delle necessarie risorse umane attraverso l’espletamento della procedura di mobilità interaziendale». In soldoni: prima di assumere altri lavoratori, bisogna accertarsi che non ce ne siano altri, adatti alle mansioni richieste.