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Data: 18/02/2016
Testata giornalistica: Mapero'
E Bertolaso insulta pure

Forse non gliel’hanno detto, o non l’ha capito bene: non è candidato a sindaco dell’Aquila, per fortuna. Ma di Roma, bontà di Berlusconi o di quel che resta. E sempre Storace permettendo. Guido Bertolaso fa di nuovo calare dall’alto la sua sequela di insulti nei confronti della città terremotata, come se di guai non ne avesse fatti abbastanza, come se i balconi non continuassero a crollare, come se non ci fossero ancora inchieste in corso. Come se non l’avessero sentita tutti quella telefonata con Daniela Stati della settimana prima quella scossa maledetta. No, ma che gli importa, tanto chissenericordapiù. No, in Abruzzo ce lo ricordiamo.

Guido Bertolaso
Guido Bertolaso
Insomma, lo hanno intervistato come candidato sindaco del centrodestra e ha sputato il suo veleno:


Chi non ha fatto il suo dovere all’Aquila?

«Sicuramente quelli a cui abbiamo passato il testimone nel gennaio 2010 – risponde Bertolaso -: le autorità locali a partire dal sindaco, che non perde occasioni per attaccarmi. Dal sindaco a tutte le altre istituzioni hanno molto latitato e fatto lo scaricabarile».

I balconi crollati
I balconi crollati
Lui no, lui è stato bravo, bravissimo. L’uomo del fare, come lo ha definito il suo amico Silvio, ha una situazione giudiziaria ancora molto fluida, che però gli consente di continuare a parlare e insultare. Due processi in corso a suo carico: per il G8 della Maddalena si era salvato in prima battuta per una questione procedurale, ma ora la prima sezione di Appello di piazzale Clodio ha annullato la sentenza formulata in primo grado e ha fissato l’inizio del nuovo processo per il 10 maggio. Nel mirino dei giudici i costi per le opere alla Maddalena per il G8 del 2009 – summit spostato in Abruzzo, dopo il terremoto – e negli incartamenti si mischiano storie di massaggi, denaro e case in prestito. È invece fissata per il 4 marzo l’udienza all’Aquila del processo Grandi rischi bis, dove l’ex capo della Protezione civile è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo e lesioni.

“Vorrei essere giudicato per ciò che so fare, non per le calunnie – ha detto Bertolaso – da sei anni, dall’avviso di garanzia per il G8, mi sono affidato alla magistratura. A fine anno quel processo si concluderà. La prescrizione scatterà prima, ma io rinuncerò perché voglio ci sia una sentenza”.

Per molti, il terremoto dell’Aquila ha rappresentato un grande business. Senza contare il successo mediatico assicurato dalla tutela di Berlusconi al capoluogo abruzzese che ha messo in moto, tra ottobre e novembre del 2009, l’operazione per la trasformazione della Protezione civile in una società per azioni sotto il controllo dello Stato: capitale pubblico ma metodi e regole di diritto privato. E soprattutto controlli inesistenti: così le case di Berlusconi, le famose case che hanno preso il posto dei container, costate 3.800 euro a metro quadro, a distanza di cinque anni, cominciano a crollare. Sulla testa degli aquilani.

ps: qualcuno glielo ricordi, quando lo intervistano.

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