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Data: 19/02/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Dirigenti, un’altra grana

E adesso un’altra tegola, di quelle pesanti. Una sentenza recentissima della Corte di Cassazione, sezioni unite, è stata notificata alla Regione Abruzzo e rischia di portarsi via qualche testa eccellente. Gli ex segretari comunali assunti dall’ente pubblico senza concorso non possono ottenere la qualifica da dirigenti. Oppure non possono mantenerla, a seconda dei casi. L’ha stabilito la Cassazione il 19 gennaio scorso e sta già facendo scalpore in mezza Italia.

Perché sono tanti, tantissimi gli ex segretari comunali entrati con le procedure di mobilità nelle pubbliche amministrazioni e sono stati altrettanti i ricorsi da chi non ha ottenuto la qualifica da dirigente. E’ accaduto anche a dipendenti del ministero. Ma ora la Corte ha messo la parola fine a una controversia che si trascinava da anni, soprattutto rispetto allo spartiacque delle date per l’applicazione della sentenza.

Alla Regione ci sono diversi casi, ma soprattutto uno ha fatto molto scalpore: quello di Eliana Marcantonio, assunta senza concorso alla Regione, la stessa che come dirigente al Personale ha firmato la delibera di sfratto per il direttore della Cultura e del Turismo Giancarlo Zappacosta, insieme al direttore Ebron D’Aristotile. Le sezioni riunite rimandano al principio costituzionale dell’accesso alla pubblica amministrazione, che vale anche per l’accesso alla dirigenza.

Ora la Regione si trova di fronte all’obbligo di dare applicazione alla sentenza, e quindi di retrocedere la dirigente. Col rischio di inficiare l’atto controfirmato da lei.

Ma questo, a quanto pare, sembra essere l’ultimo dei problemi per Luciano D’Alfonso. La delibera di salvataggio di Zappacosta, preparata da Fabrizio Bernardini e D’Aristotile, è stata bocciata dal governatore. No, non ha nessuna intenzione di lanciare una ciambella al direttore Signor-no defenestrato senza troppi complimenti e con molte forzature una decina di giorni fa, troppo scomodo per lui. Ma non ha opposto un diniego secco, ha semplicemente detto che vuole acquisire un nuovo parere, l’ennesimo: questa volta quello della Corte dei Conti, che a dire la verità nell’ultimo periodo non è stata tenerissima con la Regione Abruzzo. E con questa decisione, D’Alfonso sembra andare alla disperata ricerca di qualcuno che gli dica che quello che sta facendo è cosa buona e giusta, visto che i pareri che ha incasellato fino a oggi vanno tutti nella direzione opposta: quello dell’avvocato regionale Stefania Valeri, del direttore generale Cristina Gerardis, persino del ministero della Funzione pubblica che avrebbe sanzionato pesantemente la Regione, sia pure a voce. Insomma, una bocciatura su tutti i fronti. Adesso tocca alla Corte dei Conti. Nel frattempo lo Zappagate è esploso e non promette nulla di buono per la Regione: ieri l’avvocato Valerio Speziale, per conto dell’ex direttore ai Trasporti, ha depositato un ricorso al tribunale del lavoro. Si chiede il reintegro d’urgenza di Zappacosta, l’annullamento dello spacchettamento della delega Trasporti-Turismo che ha poi dato luogo all’aumento da sei a sette dipartimenti e per finire, un corposo risarcimento danni.

Un guaio tira l’altro, ma non c’era da aspettarsi molto dalla disinvolta politica del personale by Luciano D’Alfonso. Nel frattempo l’assunzionedi Bruno Celupica in quota Donato Di Matteo è congelata per cause di forza maggiore, la Marcantonio dovrebbe essere declassata ma chissà, la Mannetti è in lista di attesa e le poltrone che si liberano possono sempre tornare utili. Avanti, c’è posto.

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