ROMA Un Codice degli appalti più snello che ha per obiettivi la semplificazione della normativa, la trasparenza e la qualità. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera preliminare a un testo composto da 217 articoli al posto dei 660 precedenti. Tante le novità: stop alle gare d’appalto al massimo ribasso, paletti più rigidi per partecipare e un ruolo più forte dell’Autorità nazionale anticorruzione. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che coniuga offerta economica e offerta tecnica) diviene il criterio di aggiudicazione preferenziale, nonché obbligatorio per i servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica. Le opere pubbliche devono essere scelte sulla base della loro utilità e secondo strumenti di programmazione. A questo proposito il premier Matteo Renzi ha ribadito che non ha «niente contro il Ponte sullo Stretto, senz’altro può essere utile, bisogna capire costi e tempi e devono passare i treni. Sicuramente verrà fatto, ma prima vanno portati a casa i risultati di opere incompiute». Parole che hanno suscitato non poche polemiche. Tornando al nuovo codice degli appalti, l’attenzione viene puntata sul rapporto con il privato, che sarà responsabilizzato di fronte ai rischi operativi. L’Anac avrà un ruolo centrale ed entro il 18 aprile dovrà adottare atti di indirizzo, linee guida, bandi-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamentazione flessibile, fornendo costante supporto nell’interpretazione e nell’applicazione del codice. Per le gare d’appalto viene favorita l’indipendenza delle commissioni giudicatrici, con la scelta dei componenti delle commissioni da un albo detenuto dalla stessa Autorità. Il presidente Raffaele Cantone, giudica il nuovo Codice una «piccola rivoluzione copernicana» e dopo l’allarme sull’insufficienza di risorse a disposizione incassa la rassicurazione del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: «Faremo in modo che ai nuovi compiti corrispondano risorse adeguate». Infine per partecipare ad una gara d’appalto vengono fissati criteri chiari. I soli progetti preliminari non saranno più sufficienti. Deve essere presentato un progetto di fattibilità corredato di indagine geologica, archeologica, sismica ed energetica. Anche le stazioni appaltanti però, spiega Delrio «si devono qualificare. Devono diventare capaci di giudicare le offerte e di fare buoni bandi di gara».