ABRUZZO. Tutto uguale, tranne due particolari. Il primo: in Puglia agli irlandesi hanno pagato 70mln di euro mentre in Abruzzo circa 40; il secondo: in Puglia la procura indaga e verifica le irregolarità mentre in Abruzzo si va a rilento, forse, senza troppa voglia di capire o scavare nella recente storia della Saga.
C’è un fossato tra la Puglia di Emiliano e l’Abruzzo di D’Alfonso; laggiù la procura ha messo sotto accusa i vertici dell’aeroporto di Bari per aver versato direttamente, senza gara ed evidenza pubblica circa 70 mln di euro a Ryanair per mantenere i voli per oltre sette anni contravvenendo alle regole della concorrenza e forzando un po’ le regole visto che non sono mai state esperite gare.
Tra i reati contestati c’è l’abuso d’ufficio per la sottoscrizione del contratto da parte di Aeroporti di Puglia con la compagnia irlandese.
Il sostituto procuratore che coordina il fascicolo, Luciana Silvestris, ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore della società che gestisce gli scali pugliesi Giuseppe Acierno, il direttore generale Marco Franchini e il direttore amministrativo Patrizio Summo. Nomi che si aggiungono a quello di Domenico Di Paola, l’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, al quale la Procura contesta i reati di falso e truffa.
Il filone d’indagine che mette sotto accusa l’attuale management della società si concentra sulla proroga del primo contratto, sottoscritto nel 2009 da Di Paola. Proroga firmata nel 2014 e finita, nei mesi scorsi, al centro delle polemiche.
La contestazione del reato di abuso di ufficio, di fatto, è scattata perché l’inchiesta deve verificare una ipotesi investigativa, anticipata nell’informativa finale della guardia di finanza. Secondo i militari, per l’assegnazione dei fondi Aeroporti di Puglia avrebbe dovuto procedere con una procedura a evidenza pubblica: non necessariamente una gara d’appalto, rimarcano i militari, ma un procedimento in grado di garantire i requisiti della massima trasparenza e partecipazione.
Niente gara ma affidamento diretto e pure proroga, ma nella realtà un cappio al collo che si è stretto di recente quando Ryanair ha minacciato di andarsene poiché, al momento, è diventato più difficile far piovere milioni di soldi pubblici dentro le casse irlandesi.
Tutto ma proprio tutto uguale alla storia abruzzese con pochissimi distinguo, se non altro per una certa pigrizia delle procure locali le quali, nonostante sentenze, leggi europee, interrogazioni parlamentari e europee, notizie anche “pesantucce” e persino i documenti pubblicati da PrimaDaNoi.it sembrano prendersela con comodo perché la materia è, sì, ostica ma i fatti sono chiari.
In caso di difficoltà o di aiuto si potrà sempre chiedere ai colleghi di Bari dove, pare, dopo quasi tre anni di lavoro sono venuti a capo di un paio di certezze: mai una gara di appalto e, dunque, violazione della evidenza pubblica e della concorrenza.
A Pescara nonostante il cambio di gestione -ormai quasi due anni fa-, con l’avvento della gestione Mattoscio e due cambi di cda, il cambiamento è stato più a parole che nei fatti se si considera la trasparenza vera ed i numeri veri quelli della gestione tipica di un aeroporto in pesantissimo deficit ripianato solo da continui ed ingenti finanziamenti pubblici.
Almeno il foraggiamento pubblico è divenuto regolare –secondo la Regione Abruzzo- perché in presenza di un piano industriale che la Saga starebbe attuando nonostante le criticità aperte con le minacce di Ryanair e la possibilità concreta di ridurre o tagliare i voli Alitalia.
Bisognerà capire ora se e come la giustizia abruzzese vorrà dare il suo contributo per aiutare i cittadini a comprendere in che modo la Saga sia stata gestita in questi anni e di chi siano le responsabilità di aver pesantemente e costantemente indebitato la società.
Nonostante i fatti siano chiari e certi la giustizia ha i suoi tempi e non si esclude che, magari, un giorno si scoprirà che può essere perfettamente legale in Abruzzo gestire in perenne perdita una società pubblica senza commettere alcun illecito.
Del resto anche i rilievi mossi dallo stesso ministero su consulenze ed appalti avrebbero dovuto indurre a qualche verifica puntuale.
La gestione del centrodestra, affidata prima all’attuale dirigente regionale Carla Mannetti e poi a Lucio Laureti, secondo quest’ultimo, sarebbe stata perfetta.
È stato tuttavia sempre Laureti a prorogare con una semplice lettera e dopo reiterati incontri privati il contratto Ryanair nel 2014 per due anni (scade infatti a giugno 2016)
Eppure di cose da sanzionare il Ministero ne ha trovate.
E che ci sia molto da scoprire è lapalissiano visto che lo stesso contratto Ryanair stipulato nel 2009 è rimasto sempre segreto, mai pubblicato, mai divulgato nemmeno per estratto o sintesi, ignote le somme versate a Ryanair fino a quando i documenti non sono stati pubblicati da PrimaDaNoi.it scatenando le ire di Mattoscio che è divenuto anche strenuo difensore del suo predecessore avendo fatto smontare e contraddetto molte delle criticità sollevate dal Ministero proprio alla gestione Laureti. Del resto gli incontri segreti con gli irlandesi sono proseguiti e dei quali l’attuale gestione non ha mai voluto dar conto in tempi in cui solo in Saga sapevano che gli irlandesi stavano per minacciare una ritorsione, come poi è avvenuto.