PESCARA Schiacciati nell’auto, una Fiat 500 rossa, a pochi centimetri l’uno dall’altra. Stritolati nel piccolo abitacolo del veicolo, che si è accartocciato su se stesso in un batter d’occhio, senza lasciare scampo ai due occupanti. Sono morti così, in un assolato primo pomeriggio primaverile, i coniugi di Chieti Pietro Alfredo Maiella, 75 anni, e la moglie Rosa Nardone, 69 anni, che ieri stavano per raggiungere uno dei sei figli quando la 500 sulla quale viaggiavano è stata tamponata sull’Asse attrezzato da una Ford S-Max nera, all’altezza della Porsche di San Giovanni Teatino. Travolta dall’urto, la piccola Fiat 500 è schizzata in avanti di qualche metro, mentre procedeva in direzione Chieti-Pescara, ed è finita contro la Polo Volkswagen grigia che la precedeva. In qualche millesimo di secondo la Polo, a sua volta, si è scontrata con il veicolo che si trovava immediatamente davanti, una Citroen Saxo. La morte per i due coniugi è stata immediata, tra le lamiere deformate della vecchia 500, che si è trasformata in una trappola letale. A nulla, quindi, è servito l’arrivo dell’elicottero e dell’ambulanza del 118, perché il cuore di marito e moglie aveva già smesso di battere. La ricostruzione dei fatti arriva dal personale della polizia stradale di Chieti, diretta dal vice questore aggiunto Francesco Cipriano, che ha trovato i corpi senza vita dei due coniugi nel veicolo mentre gli occupanti degli altri mezzi erano illesi. Per il conducente della Ford, un 56enne di Pescara, A.C., scatta la denuncia a piede libero per omicidio stradale, in applicazione dall’articolo 589 - bis del codice penale, introdotto di recente e non ancora applicato, almeno fino ad oggi, su questo territorio. L’uomo è stato sottoposto agli accertamenti del caso, per capire se prima di mettersi alla guida avesse assunto alcol o droghe e sia lui che le conducenti della Polo e della Saxo, due giovani donne pescaresi, sono stati ascoltati dagli uomini della Polstrada, coordinati sul posto dal sostituto commissario Marco Polidoro. Attraverso i rilievi sull’asfalto e grazie alle indicazioni fornite dagli automobilisti la polizia ha potuto ricostruire l’accaduto, anche se un quadro definitivo e più chiaro si avrà solo con il passare delle ore. Dettagli insignificanti, quelli della dinamica, per due figli della coppia, che hanno raggiunto l’Asse attrezzato per capire cosa fosse accaduto e hanno trovato i corpi senza vita dei genitori all’interno della Fiat 500, coperti da un telo bianco, prima del trasporto all’obitorio di Chieti, dove si terrà oggi un accertamento esterno, in attesa delle decisioni del sostituto procuratore di turno, Giancarlo Ciani. L’incidente delle 15, che ha paralizzato a lungo il traffico creando grossi problemi alla viabilità dentro e fuori l’Asse attrezzato e un altro tamponamento all’altezza di Salvaiezzi, è avvenuto in un punto in cui la velocità dovrebbe essere contenuta. In quel tratto, infatti, il limite consentito è di 90 chilometri orari, come ha disposto di recente l’Anas riducendo la soglia massima raggiungibile. Inoltre, circa 500 metri dopo il punto dello scontro la carreggiata si riduce, verso destra, per consentire i lavori di sostituzione del guard rail, e la presenza del cantiere è indicata dalla segnaletica. Rallentare è d’obbligo, ed è verosimile che le auto in transito ieri in quel punto si spostassero a velocità non eccessive. Resta da capire se e quanto abbiano rispettato il limite i veicoli coinvolti nello scontro, sottoposti a sequestro dalla Polstrada per accertamenti. Ad avere la peggio, dal punto di vista dei danni, è stata la Ford S Max, i cui airbag si sono aperti quando è finita addosso alla Fiat 500.
Le nuove regole in vigore dal 7 aprile dopo vari contromano
Il massimo è 110 km orari, ma in alcuni punti si scende a 50
Che beffa: l’Anas aveva appena ridotto i limiti di velocità
PESCARA Sull’Asse attrezzato si continua a morire. A quattro mesi di distanza dall’incidente in cui hanno perso la vita due uomini all’altezza di Dragonara, ieri si è verificato un altro drammatico scontro, a pochi passi dallo svincolo di Sambuceto, ed è costato la vita a due coniugi di Chieti, genitori di sei figli. E l’Asse attrezzato, che negli ultimi tempi è stato più volte al centro della cronaca, torna a far parlare di sé. In negativo. Negli ultimi mesi sul raccordo autostradale che conduce da Chieti a Pescara (e viceversa), di episodi anomali ce ne sono stati diversi, tutti scaturiti da chi ha imboccato l’Asse contromano, perlopiù persone anziane distratte. E nel bilancio dei transiti contromano rientra anche l’incidente mortale avvenuto il 3 dicembre a Dragonara, sulla corsia per Pescara. Il problema è stato affrontato dall’Anas e dalla polizia stradale, per evitare che si riproponessero fatti di sangue. E si è deciso di ridurre il limite di velocità, considerato che sull’Asse si registrano quotidianamente volumi di traffico consistente e nelle ore di punta questa strada è, a tutti gli effetti, assimilabile a quelle urbane, considerato che molti usano l’asse per spostarsi da una parte all’altra di Pescara. Solo pochi giorni fa sono scattate le nuove regole, per «migliorare il livello di sicurezza della circolazione», aveva sottolineato l’Anas annunciando la novità. Che è questa: dal 7 aprile l’Asse attrezzato va percorso a velocità inferiori rispetto al passato, differenziate a seconda dei tratti. Da Chieti, cioè dallo svincolo con l’autostrada A25 fino all’innesto con la circonvallazione, il milite di velocità è di 110 chilometri orari, ridotto a 90 chilometri orari nei tratti in corrispondenza con gli svincoli. Sul tratto successivo, dall’innesto con la circonvallazione fino all’innesto con la viabilità locale, più o meno alle Torri Camuzzi, si scende a 70 chilometri all’ora e, nel momento in cui si raggiunge il viadotto denominato “Pescara”, dalle Torre Camuzzi fino all’ingresso della città, il limite scende a 50 chilometri all’ora. È tutto indicato nella segnaletica posizionata dall’Anas prima dell’entrata in vigore delle novità (sia in una direzione che nell’altra). I lavori in corso per la sostituzione del guard rail, poi, impongono di decelerare ulteriormente, perché la strada si restringe verso destra e costringe a procedere in fila indiana, poco dopo lo svincolo di Sambuceto, verso Pescara. Ma non è bastato, questo è evidente, a salvare la vita ai due coniugi che ieri sono morti in una Fiat 500 rossa.