ROMA La fusione tra Fs e Anas potrebbe tagliare il traguardo entro la fine dell'anno. È l'obiettivo auspicato dal presidente e ad della società delle strade, Gianni Vittorio Armani, interpellato sulla tempistica dell'operazione che, nei giorni scorsi, ha ricevuto il via libera dal Mef. «I tempi sono abbastanza stringenti. Oggi (cioè ieri) il team di lavoro ha svolto la prima riunione. Entro l'estate ci dovrebbero essere i contorni di fattibilità dell'operazione mentre l'implementazione richiederà un po’ più di tempo. Il mio auspicio, ma non mi sono ancora confrontato con nessuno, è quello di fine anno», ha detto Armani a margine di un convegno. «Abbiamo iniziato la fase esplorativa che implica rendere la sposa, cioè noi, più presentabile. Dobbiamo rendere Anas appetibile e non bisogna consentire il rischio di riportare le Ferrovie nel perimetro della Pa. Per questo abbiamo bisogno di autonomia finanziaria con ricavi che ci consentano di uscire dalla Pubblica amministrazione e di avere un bilancio privo di liabilities (passività) insostenibili», ha detto Armani.
VALORE ECONOMICO
A chi gli chiedeva quale fosse il valore economico dell’operazione, Armani ha spiegato che «dipende dagli obiettivi di autonomia finanziaria che si vogliono perseguire. Io torno alla carica con le tariffe stradali che vanno fatte e che consentono di mettere ordine in un sistema che non l'ha mai avuto». Il numero uno dell'Anas esclude la possibilità di un pedaggiamento dell'intera rete stradale della società. «Abbiamo bisogno di un pagamento che deve essere certo e quello delle accise sulla benzina è un modello in cui la raccolta è certa e semplice». Ma, ha rilevato Armani, «ci sono modelli in Europa che si possono anche copiare come le vignette sul bollo che consentono di controllare i passaggi». «Proviamo a costruire - ha concluso - un gruppo mondiale perché sia Anas che Fs sono grandi in Italia ma piccolissime nel mondo. E per competere all'estero bisogna essere grandi».