PESCARA Viva la famiglia. Quella reale e quella virtuale. La famiglia politica e quella naturale, ristretta o allargata, laica o consacrata. Comunque la pensiate, il voto del 5 giugno in Abruzzo l’ha resa protagonista. Grazie per esempio ad Andrea Gerosolimo, assessore regionale della giunta D’Alfonso, marito del neo sindaco di Prezza, Marianna Scoccia (conosciuta tra i banchi della Provincia dell’Aquila) e regista della crisi comunale a Sulmona e della buona affermazione della sua candidata sindaco Annamaria Casini. La quale si presenta al ballottaggio del 19 giugno in vantaggio sull’altro candidato Bruno Di Masci, politico regionale di lungo corso, e padre dell’ex consigliere comunale Alessio Di Masci che decretò con le sue dimissioni, firmate assieme ad altri 8 consiglieri, la conclusione dell’esperienza del sindaco Giuseppe Ranalli. In un’altra famiglia (naturale) si sono semplicemente passati gli abiti, ma dal figlio al padre, e non da padre in figlio come tradizione. A Canistro torna sindaco Angelo Di Paolo, ex assessore regionale e già sindaco del comune aquilano (il “sindaco sceriffo”, come raccontavano le cronache). Di Paolo sostituisce sulla poltrona del comune il figlio Antonio, che lascia la fusciacca tricolore dopo il primo mandato, vedremo con quale sviluppi per la sua carriera di giovane politico. Se a Sulmona e Canistro i padri sostituiscono i figli, a Ovindoli si consuma una piccola vendetta nei confronti di un piccolo padre politico. Simone Angelosante, neo sindaco del comune, ex An ma soprattutto ex di “Noi con Salvini”, aveva abbracciato con entusiasmo la discesa leghista nel Mezzogiorno del leader del Carroccio, era persino diventato coordinatore regionale del movimento, per poi essere epurato improvvisamente e senza clamore, sostituito da un commissario romano, il senatore Paolo Arrigoni. Oggi Angelosante è sindaco di Ovindoli con la sua lista “Liberamente insieme” e non vuole che si ricordi la breve militanza salviniana. Per Matteo Salvini Ovindoli è l’occasione mancata di poter mettere la prima bandierina su un comune abruzzese. Forse ha anche il sapore della vendetta sulla sua famiglia politica, o sulla parte cittadina della famiglia, la vicenda del vero trionfatore di questa tornata elettorale, il sindaco riconfermato di Francavilla Antonio Luciani, che per avere la tessera del circolo cittadino del suo partito, il Pd, si è quasi incatenato (metaforicamente) alla sedia, non riuscendo nell’obiettivo. Ora Luciani, vincitore al primo turno con un lusinghiero 66,46%, può dire di essere, assieme a Gerosolimo, l’uomo da battere della politica regionale. Per finire, non si sa se è per non mancare ai doveri familiari che solo 30 donne si sono presentate candidate sindaco. Ne sono state elette solo quattro su 72 (Luigina Antonacci a Castelvecchio Canvisio, la giàcitata Marianna Scoccia a Prezza, Ileana Schipani a Scontrone (al secondo mandato), Olimpia Maria Morgante a Scurcola Marsicana. Hanno ancora speranze di essere elette ai ballottagghi Annamaria Casini a Sulmona e Sara Cicchinelli a Civita D’Antino. Nessuno pensava al secondo turno per il comune dell’Aquilano, ma Cicchinelli che il suo sfidante Antonio Di Francesco hanno preso gli stessi voti (351). Lo stesso è accaduto a Ortucchio tra Federico D'Aulerio e Raffaele Favoriti che di voti ne hanno presi 636 a testa. Anche per loro ballottaggio il 19 giugno. Per festeggiare, in famiglia, bisognerà aspettare.
PAGANO (Fi): peccato per sulmona
I dubbi di Pd e Forza Italia «Paghiamo le divisioni»
PESCARA «I risultati delle amministrative nel Pescarese devono far riflettere e aprire una fase di confronto». Lo dichiara la deputata del Pd Vittoria D'Incecco analizzando il risultato delle votazioni e sostenendo che da comuni come Penne, Manoppello e Tocco da Casauria «arrivano segnali preoccupanti per il centrosinistra». «E' vero che il Pd e il centro sinistra continueranno a governare i Comuni di Sant'Eufemia a Maiella, Popoli, Cugnoli, Pescosansonesco e Serramonacesca, ma occorre fare un'attenta analisi sugli esiti nelle altre città», aggiunge la parlamentare esprimendo comunque soddisfazione per la riconferma di Antonio Luciani a Francavilla e guardando con fiducia ai ballottaggi di Vasto, Lanciano, Roseto e Sulmona. «I risultati finali di questa consultazione», è l’auspicio della D’Incecco, «consentiranno una riflessione più approfondita, anche in vista del referendum di ottobre». «Non è ancora il momento di festeggiare perché attendiamo i ballottaggi, ma su una cosa possiamo già oggi essere pienamente soddisfatti, gli elettori hanno premiato il Pd, i suoi candidati a sindaco, le liste, le proposte fatte per le città e i piccoli Comuni», è il commento del segretario regionale del Pd Marco Rapino, che aggiunge nella sua analisi: «Lì dove abbiamo avuto problemi è perché è venuto a mancare il sostegno dei nostri elettori a causa di problemi locali e delle divisioni all’interno del gruppo dirigente ma, anche qui, andremo avanti sulla linea della discontinuità e del rinnovamento facendo opposizione responsabile». Secondo Rapino il partito è stato premiato per l’impegno, la responsabilità e la coerenza: «L'Abruzzo del dopo voto ne esce rafforzato, un segnale, per noi importante perché conferma che lavorando bene, senza arroganze e con spirito costruttivo, possiamo fare di più e meglio». Da una parte all’altra. Nel centrodestra prende parola il cooordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano. Che dice: «Il risultato della coalizione di centrodestra è positivo. Nei Comuni a doppio turno di Vasto, Lanciano e Roseto il candidato sindaco del centrodestra va al ballottaggio con prospettive di successo finale». Ma non tutto è andato bene per Forza Italia. A Sulmona, ad esempio, Pagano ammette che il centrodestra paga il mancato raggiungimento di un accordo. E a Francavilla? «Lì deve parlarsi più di un successo personale di Antonio Luciani». Infine il voto di Penne e Manoppello: «Lì si affermano liste civiche con chiaro orientamento di centrodestra. Il significato di questi due risultati acquista importanza anche e soprattutto in considerazione del coinvolgimento personale del presidente della Regione D'Alfonso in campagna elettorale». Un argomento caro anche anche al consigliere regionale Lorenzo Sospiri (Fi): «L'espressione dell'elettorato rappresenta una “mozione” di sfiducia nei confronti del presidente D'Alfonso, i cui candidati sono arrivati addirittura terzi sia a Penne che a Manoppello. Il nostro lavoro sui due territori comincia oggi: dovremo capire l'entità delle macerie lasciate e come intervenire, portando avanti la dura battaglia per salvare l’ospedale San Massimo di Penne e garantire la tutela dei territori».