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Data: 17/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni anticipate, ecco la platea. Ma l'Eurogruppo frena

ROMA Una platea di alcune decine di migliaia di interessati all'uscita dal lavoro con il meccanismo dell'Ape: molti dettagli sono ancora da mettere a punto ma l'opzione del prestito suona interessante per coloro che per scelta personale o necessità sono fortemente interessati a lasciare il lavoro da uno a tre anni prima. Uno dei nodi da sciogliere è proprio quello della tipologia di lavoratori che saranno ammessi a fare domanda. In particolare resta il dubbio sull'inclusione dei dipendenti pubblici e dei lavoratori autonomi, categorie per le quali la nuova formula potrebbe risultare particolarmente appetibile visto che in precedenza non hanno avuto occasione di accedere alla pensione. Tra le annate coinvolte nella fase iniziale del progetto, quella più interessata risulta senza dubbio il 1953: non solo perché gli anni di anticipo sarebbero tre ma anche perché per i nati in quell'anno, anche se dipendenti del settore privato, i cancelli sono rimasti finora chiusi salvo in caso di anzianità contributive molto rilevanti.
PADOAN: RESTA LA FORNERO
In ogni caso non si tratterà di una revisione della legge Fornero, come ha ricordato ieri il ministro dell'Economia. «Stiamo attenti a non fare una riforma al contrario, a disfare riforme fatte bene» ha sottolineato Padoan a Lussemburgo prima di entrare nella riunione dell'Eurogruppo. Parole non casuali, visto che da quella riunione è uscito tra le conclusioni l'obiettivo di «estendere la vita lavorativa e quindi rafforzare il reddito pensionistico, attraverso misure che aumentino l'occupabilità delle persone più anziane e che restringano il ritiro anticipato dalla forza lavoro». Insomma il governo italiano ha tutto l'interesse a mantenere le regole previdenziali fissate a fine 2011, sull'onda dell'emergenza finanziaria: non solo per evitare aggravi sul bilancio pubblico, ma anche per non rinunciare ad un indubbio punto di forza nelle discussioni a livello di Unione europea.
Anche per questo è stata scelta la formula del prestito, che non tocca gli attuali requisiti. Del resto la stessa riforma Fornero contiene alcune clausole che alleggeriscono in parte la stretta sull'età. Così nel caso delle dipendenti private, quelle nate nel 1951 avevano già maturato nel 2011 il diritto alla pensione di vecchiaia, mentre le nate nel 1952 - in virtù appunto di un'eccezione già prevista dalla legge - potranno lasciare il lavoro a partire da quest'anno al compimento di 64 anni e 7 mesi. Le cose sono andate diversamente per le lavoratrici del settore pubblico, che già in precedenza avevano dovuto rinunciare alla vecchiaia a 60 anni. Un simile meccanismo particolare vale per gli uomini - sempre dipendenti privati nati nel 1951 o 1952 - che alla vigilia della riforma avevano raggiunto o stavano per raggiungere i 35 anni di anzianità: se non ce l'hanno fatta a uscire entro il 2011 possono sfruttare la clausola «eccezionale» con 64 anni e 7 mesi. Statali e autonomi che non godono dell'eccezione sono quindi in prima linea tra i potenziali beneficiari del prestito.

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